Tipi di foresta pluviale

Autore: Rhett Butler (originariamente pubblicato sul sito dell'autore, mongabay.com)
Traduzione: Carmelo Fruciano

Le foreste pluviali si trovano in tutto il mondo, non solo nelle regioni tropicali ma anche nelle regioni temperate come il Canada, gli Stati Uniti e l'ex-Unione Sovietica. Queste foreste, come le foreste pluviali tropicali, ricevono abbondanti piogge durante tutto l'anno e sono caratterizzate da una copertura che le circonda ed un'alta diversità di specie ma mancano del calore e della forte luce del sole presenti tutto l'anno nelle foreste pluviali tropicali. Ad ogni modo, questo libro si concentra sulle foreste pluviali tropicali e queste sono il solo tipo di foreste di cui si discuterà.

Le foreste pluviali tropicali sfumano in altri tipi di foreste in dipendenza dell'altitudine, della latitudine e delle varie condizioni di suolo, precipitazioni e clima. Questi tipi di foreste formano un mosaico di tipi di vegetazione che contribuisce alla grandissima diversità dei tropici.

Foreste sempreverdi equatoriali e foreste umide

Ci sono due tipi principali di foreste tropicali ricche d'acqua: le foreste sempreverdi equatoriali e le foreste umide, che includono le foreste delle zone monsoniche e le foreste montane/ricche di nuvole. Le foreste pluviali equatoriali, spesso considerate le "vere foreste" sono caratterizzate da più di 6.5 piedi annui di pioggia che cadono uniformemente durante l'anno. Queste foreste hanno la più alta biodiversità ed hanno un ben sviluppato tipo di vegetazione che forma una copertura "a gradini". Approssimativamente due terzi delle foreste tropicali ricche d'acqua del mondo possono essere considerate del tipo equatoriale. Queste foreste si trovano nei pressi dell'equatore ove vi è una variazione stagionale delle condizioni molto ridotta e la lunghezza del giorno è costante per tutto l'anno. Le più grandi estensioni di foreste equatoriali si trovano nel bassopiano dell'Amazzonia, nel bacino del Congo, nelle isole Sud-Est Asiatiche dell'Indonesia e nella Papua-Nuova Guinea.

Le foreste umide tropicali si trovano ad una distanza superiore dall'equatore in cui la quantità di precipitazioni e la lunghezza del giorno variano in base alla stagione. Queste foreste ricevono "solo" 4-12 piedi di pioggia l'anno e sono distinte in modo marcato dalle foreste pluviali equatoriali da una stagione secca e più fresca. Durante questa stagione secca molti alberi perdono alcune foglie o addirittura tutte, creando una riduzione stagionale della copertura e facendo sì che una quantità maggiore di luce solare giunga al suolo. L'accresciuta quantità di luce che raggiunge il suolo permette la crescita di una vigorosa vegetazione di sottobosco che non si trovano nelle foreste dei bassopiani equatoriali. Tali foreste umide si trovano in zone del Sud America, dei Caraibi, nell'Africa Occidentale e nel Sud-Est Asiatico, specialmente in Tailandia, Birmania, Vietnam e Sri Lanka.

Foresta primaria e foresta secondaria

In questo libro, altri libri e nelle discussioni riguardo la foresta pluviale tropicale, viene usato il termine "foresta primaria". Il termine "foresta primaria" si riferisce ad una foresta intatta che esiste nella sua condizione originaria. Questa foresta non è stata, in senso relativo, toccata dalle attività umane. La foresta primaria è spesso caratterizzata da una copertura completa e, solitamente, molti molti strati di sottobosco. Il livello più basso manca generalmente di vegetazione pesante dato che la copertura completa consente che solo veramente poca luce, necessaria alla crescita delle piante, penetri. Occasionalmente, quando un albero della copertura cade, si apre un temporaneo "buco di luce" nella copertura che permette la crescita sul terreno e specie del sottobosco. La foresta primaria è il tipo di foresta a maggiore biodiversità.

La foresta secondaria è quella foresta pluviale che è stata disturbata in qualche modo, naturalmente o non naturalmente. La foresta secondaria può essere creata in vari modi, dalla foresta degradata che si riprende dal disboscamento selettivo alle aree ripulite dall'agricoltura "taglia e brucia" delle quali la foresta si è riappropriata. Generalmente, la foresta secondaria è caratterizzata (in dipendenza dal suo livello di degradazione) da una copertura meno sviluppata, alberi più piccoli e minore diversità. A causa della mancanza di una copertura completa, più luce raggiungerà il suolo, supportandovi una vigorosa vegetazione. "Giungla" è il termine che spesso viene utilizzato per indicare una foresta secondaria con una densa crescita vegetale a livello del suolo, ma viene anche utilizzato per alcune foreste umide tropicali in cui le variazioni stagionali permettono una spessa crescita a livello del suolo.

Foreste di bassopiano e foreste montane

Il termine "foresta pluviale tropicale di bassopiano" si riferisce alla maggioranza delle foreste tropicali che sono foreste che crescono sul terreno pianeggiante ad altitudini inferiori ai 3300 piedi. La foresta primaria di bassopiano, spesso caratterizzata da più di 5 livelli sovrapposti, è solitamente più alta ed a maggiore diversità rispetto alla foresta montana. Essa presenta una maggiore diversità di alberi da frutto quindi più animali adattati specialmente a nutrirsi dei loro frutti e mammiferi più grandi. La foresta pluviale di bassopiano è di gran lunga più minacciata della foresta montana a causa della sua accessibilità, maggior presenza di suoli adatti all'agricoltura e più piante dal legno duro adatti per ricavarne legname. In molti paesi, tutta la foresta primaria di bassopiano è virtualmente scomparsa, mentre la foresta montana rimane ancora.

La foresta pluviale tropicale montana è una foresta che cresce sulle montagne e sopra un'altitudine di 3300 piedi. La foresta montana si manifesta spesso come "foresta delle nuvole", una foresta che riceve la maggior parte delle sue precipitazioni dalla nebbia che proviene dai piovosi ed umidi bassopiani. Gli alberi delle foreste delle nuvole sono tipicamente più bassi di quelli delle foreste dei bassopiani, cosa che ha come conseguenza una copertura meno sviluppata. Ciononostante, gli alberi della foresta delle nuvole sono pesantemente caricati di epifite che prosperano grazie all'abbondanza di umidità causata dalla nebbia in transito. Gli alberi in posti quali le alture più basse delle Ande (in Ecuador, Perù, Colombia e Venezuela), l'America Centrale (in particolare Monteverde in Costa Rica), il Borneo (Mount Kinabalu) e l'Africa (Etiopia, Kenia, Rwanda, Zaire, Uganda) sono frequentemente verdi a causa del muschio denso e delle belle, e spesso rare, orchidee.

Chiazze di foresta montana tendono ad avere molte specie endemiche, dato che sono spesso isolate da altre chiazze di foresta montana a causa di depressioni e rilievi. A queste specie è impedita la migrazione verso altre chiazze di foresta da questi ostacoli ai lati, dalla foresta di bassopiano in basso e da ripidi dirupi in alto. Le foreste montane ospitano una gran quantità di colibrì, rane ed orchidee, molti dei quali sono endemici di una singola località come il rospo dorato di Monteverde, in Costa Rica. Le foreste montane generalmente mancano in abbondanza di grossi mammiferi a causa del basso numero di alberi che producono frutti.

Altri tipi di foresta

Foresta stagionale o monsonica

La foresta monsonica è una foresta pluviale tropicale umida o stagionale presente principalmente in Asia (dall'India/Sri Lanka alla Cina), Africa Orientale ed Occidentale, Australia del Nord, Brasile Orientale. In questo tipo di foresta vi sono, distinte tra loro, una stagione asciutta più fresca ed una stagione ricca di precipitazioni. Queste foreste tendono ad essere meno diverse e più piccole in termini di grandezza degli alberi in confronto alla tipica foresta pluviale equatoriale.

Nell'Africa Occidentale, in cui oltre il 90 per cento della foresta di costa e della foresta monsonica sono state abbattute, le piogge stagionali monsoniche stanno precipitando nelle nazioni inclini alla siccità dell'interno dell'Africa come il Mali ed il Niger. Le foreste monsoniche sono altamente minacciate in tutto il mondo dall'abbattimento per le coltivazioni e per i progetti di centrali idroelettriche.

La foresta dell'igapò

La foresta dell'igapò è una foresta pluviale che viene regolarmente inondata per estesi periodi durante la stagione delle piogge (a volte viene considerata una foresta pluviale permanentemente inondata). La più conosciuta di queste foreste si trova nel bacino del Rio delle Amazzoni in cui costituisce intorno al 2 per cento della foresta pluviale totale. Gli alberi dell'igapò sono più bassi di quelli della foresta non inondata a causa dell'instabilità causata da suoli bagnati e poco drenati (per questo motivo essa è talvolta conosciuta come "foresta a palude") ed è caratterizzata da certe specie di alberi come Cecropia, Ceiba e le palme Mauritia. Molte specie di alberi dell'igapò hanno lunghe radici e strutture ad arco che conferiscono supporto strutturale. La foresta dell'igapò è allagata 4-10 mesi l'anno e l'allagamento è solitamente prevedibile. I pesci giocano un importante ruolo nella dispersione dei semi in questo sistema forestale.

La foresta a torba

La foresta a torba si trova in piccole parti dell'Africa, del Sud America nordorientale ed in ampie aree nel Sud-Est Asiatico (specialmente nel Borneo ed a Sumatra). Queste foreste acquitrinose appaiono in luoghi in cui la vegetazione morta si inzuppa d'acqua e si accumula come torba. La torba agisce come una sorta di spugna che trattiene l'umidità nei momenti di scarsa pioggia ed assorbe le piogge monsoniche. Quando le foreste acquitrinose a torba vengono drenate per progetti agricoli, diventano altamente suscettibili di combustione. Sotto le condizioni asciutte di El Nino nel 1997-1998 migliaia di incendi imperversavano nelle paludi a torba dell'Indonesia. Gli incendi negli acquitrini a torba sono straordinariamente difficili da estinguere a causa del fatto che la combustione continua negli strati più profondi della torba.

La foresta a varzea

Le foreste a varzea sono foreste di pianure alluvionali che vengono allagate stagionalmente. A differenza della foresta acquitrinosa, le foreste a varzea hanno suoli relativamente ricchi a causa del rifornimento annuale di nutrienti provenienti da fiumi d'acqua bianca. Dato che queste foreste sono più adatte all'agricoltura rispetto alle tipiche foreste pluviali, esse sono le più minacciate. Perfino in Amazzonia, in cui si trova la gran parte di queste foreste, le foreste a varzea stanno scomparendo rapidamente a causa dello sviluppo.

La foresta a brughiera

Le foreste a brughiera si trovano su suoli ben drenati, sabbiosi ed estremamente poveri di nutrienti. Queste foreste sono caratterizzate da certe specie di alberi tolleranti rispetto alle condizioni del suolo povero di nutrienti ed acido e sono considerevolmente "rachitiche" se paragonate alla tipica foresta pluviale. Inoltre una maggiore quantità di luce raggiunge il suolo della foresta favorendo una densa crescita di alberi. Le foreste a brughiera, spesso conosciute come foreste d'acqua nera o caatinga, danno l'acqua a fiumi d'acqua nera e si trovano principalmente nel bacino Amazzonico (il bacino del Rio Negro) ma anche in alcune zone dell'Asia.

Le foreste a terra ferma

L'espressione "terra ferma" si riferisce alla foresta pluviale che non viene inondata dai fiumi che straripano. Questa foresta è notevolmente più alta e diversa (oltre 400 specie per ettaro in alcune aree) rispetto all'igapò o foresta inondata. Si trova solo su suoli asciutti e ben drenati ed è caratterizzata da specie come noci brasiliani, alberi della gomma e molti alberi tropicali a legno duro.

La foresta a mangrovie

La foresta a mangrovie si trova in habitat ricchi di sedimento e salati (acque salmastre) in tutto il mondo, generalmente lungo grandi delta di fiumi, estuari ed aree costiere. Essa è caratterizzata da una bassa diversità nelle specie di alberi, che sono quasi esclusivamente mangrovie, con una bassa copertura che presenta delle aperture. Le Mangrovie sono alberi ed arbusti sempreverdi che sono ben adattati al loro habitat ricco di sale e paludoso grazie al fatto che hanno radici aeree (pneumatofore) che emergono dal fango carente di ossigeno per assorbire l'ossigeno.

Le paludi a mangrovie ospitano numerose specie di pesci anfibi come i perioftalmi, diffusi dall'Africa orientale all'Australia, e gli Anableps, i cosiddetti "pesci quattrocchi" del Nuovo Mondo.

I perioftalmi sono famosi perchè preferiscono stare più fuori dall'acqua che dentro. Questi pesci passano più tempo su detriti galleggianti, radici d'albero e piante piuttosto di quanto ne passino in acqua, nella quale vanno solo per sfuggire ai predatori. Guardare un gruppo di perioftalmi ricorda all'osservatore come dovevano apparire i nostri progenitori quando lasciarono per la prima volta la vita acquatica per la vita sulla terra ferma. I perioftalmi sono pesci molto intelligenti che si nutrono principalmente di insetti e crostacei.

Una seconda specie anfibia che si trova nelle foreste di mangrovie è costituita dagli Anableps, diffusi nel Nuovo Mondo dall'America Centrale alla parte settentrionale del Sud America. La più importante tra le loro caratteristiche fisiche è costituita dagli occhi bilobati che permettono loro di vedere sia sopra che sotto il livello dell'acqua mentre nuotano in superficie. Anche gli Anableps lasciano regolarmente l'acqua per poggiarsi su radici d'albero e rocce.

Sfortunatamente, le foreste a mangrovie sono tra gli ecosistemi più minacciati del pianeta a causa della loro vicinanza all'oceano (patrimonio fondamentale per il turismo e lo sviluppo) e della tendenza a vederli come inutili acquitrini pieni di ogni sorta di minacciose creature. Durante gli ultimi vent'anni, ampie zone di foresta a mangrovie nel Sudest Asiatico sono state abbattute per creare allevamenti commerciali di gamberi e gamberetti. Per l'ironia della sorte questa forma di acquacultura ha attecchito a spese degli allevamenti naturali di pesci e gamberi. Una volta che le foreste a mangrovie sono danneggiate, il loro recupero può essere molto lento. Ad esempio, le linee ampie solo pochi metri nella foresta a mangrovie della Nigeria erano ancora visibili dall'alto una decina d'anni dopo che erano state tagliate.

La distruzione della foresta a mangrovie ha tremende conseguenze per l'industria della pesca in quanto queste foreste costituiscono un importante luogo di deposizione ed accrescimento dei piccoli per molte specie di interesse commerciale. In aggiunta, la foresta a mangrovie protegge le regioni costiere dai danni e dall'erosione causati dalle tempeste.