Buscando mojarras …
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Looking for cichlids, my Mexican Diary. di
Francesco Zezza tratto
dal sito :
www.malawicichlidhomepage.com traduzione
D.Montanari
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12.04.02:
Mi
sveglio la mattina presto (05.00) e ci dirigiamo rapidamente
all’aeroporto di Fiumicino. Il padre di Stefania è stato così
gentile da offrirci un passaggio. Il tempo non è un granchè; sta
scendendo una leggera pioggia , ma il nostro morale è ottimo!
Il “check-in” va per le lunghe ,inclusa una vivace
discussione con un membro della sicurezza che non mi permette di
portare con me in cabina il mio coltellino svizzero (voleva che lo
buttassi nella spazzatura).
Nell’area circostante ci sono ciclidi come detto , e poi… Mentre il nostro aereo viaggia veloce a 900 km/h provo a
immaginare che ciclidi (e anche come) avrei portato a casa. Allo
stesso tempo, una SERIA domanda: PERCHE’?
Non so perché . So solo che , in certi momenti, è quasi
un’ossessione : DEVO ANDARE! Non so davvero come mai. Ma alla fine
è necessario un motivo? Perché mi serve un “perché”? Mentre stiamo viaggiando sul Mar dei Caraibi (area di
Bahamas), tutto d’un tratto mi ritrovo in un profondo, enorme
,immotivato dolore. Ma, dopotutto eccoci, Mexico City è
all’orizzonte!!! Gigantesca, disordinata, con un traffico da paura.
La città si estende sotto la finestra (28esimo piano di 42) del
nostro Hotel ( saremmo informati più tardi che è la stessa usata dal
presidente Bill Clinton in visita a Mexico City. Povero il mio
portafoglio!!!) . Sono seduto, svestito, ad un tavolo mentre guardo la
vita scorrere di fronte, sotto e intorno a me, stanco del viaggio. Ci
siamo svegliati 21 ore prima a Roma e qui è ora di pranzo! E’ già
sufficiente per ora! A domani!! |
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Mexico City : Veduta generale | |
13.04.02: Mexico City: Ho fame! E
mentre soffro ancora di un dolorino al collo (regalo dell’aria
condizionata immagino!), ci avviamo per un tour di Città del Messico.
I nativi, gli Aztechi la chiamavano Tenochtitlan. Secondo la leggenda,
è sorta in un luogo fortunato dove era stata avvistata un’aquila
che mangiava un serpente in cima ad un cactus (controllato il campo
bianco della bandiera messicana…l’aquila è ancora lì). La città
è lunga 100 km e larga 39 ( a grandi linee), con alcune strade come
“Paseo de la Riforma” lunghe 35 km, che comunque non è un
record!!! Abbiamo visto il monumento di Benito Juarez
(l’unico nativo , per ora, ad essere stato eletto presidente del
Messico), poi la Cattedrale e, di fronte ad essa, la Plaza de la
Costitution (4th piazza più grande del mondo : dovete
vederla per crederci!). Dopo i resti Aztechi a Tempio Mayor (Atzeco),
seguiti dal Palacio National (con bei dipinti di Diego Rivera)e
la Fontana di Tlaloc
(Dio dell’acqua di memoria azteca) all’interno del Parco di
Chapultepec (Parco delle Cavallette). Menzione finale per il
Museo Antropologico . Purtroppo il nostro tour è stato molto veloce;
tutto quello che ho potuto captare è stato una sensazione generale di
Mexico City, senza molta attenzione ai dettagli! Sono in hotel ora:
bagnato di sudore e con i piedi malconci ! A dire la verità , una
grande quantità di nomi, edifici, posti, chiese ci sono passati
davanti agli occhi oggi. Non posso dire se in termini di conoscenza
sono più ricco oggi; senz’altro sono confuso dal mix che abbiamo
visto: i presidenti messicani negli anni, gli Aztechi, il traffico
cittadino, i Tolthechi, il pranzo, la Cattedrale, i conquistatori
spagnoli, i sacrifici umani aztechi, il Tempio dell’Acqua e altro
ancora…! Tutto scorre neli miei occhi e nella testa! Aiutatemi!
Basta! Voglio dormire ora! 14.04.02:
Oggi è programmata la visita alle rovine di Teotihuacan! Continuo a
cercare da mangiare in orari del tutto inconsueti per queste parti.
Dio benedica il jet- lag!!! Subito dopo mi metto a pensare ai pesci
lasciati a Roma, alle orchidee, alle piante carnivore, ai cactus… Colazione finalmente! Dopo sulla strada, ci fermiamo al
Santuario di Nuestra Senora de Guadalupe, che è il centro cattolico
più importante in tutto il Messico. |
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Nuestra Senora de Guadalupe: la chiesa | |
Ore più tardi: seduti in cima alla “Piramide
della Luna”, ho una veduta completa del sito archeologico di
Teotihuacan.
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Teotihuacan: una veduta generale dalla cima della “Piramide della Luna” |
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Quasi nulla si sa degli antichi abitanti di Teotihuacan, e
nemmeno perchè, d’un tratto, la città è stata abbandonata. Secoli
dopo, gli Aztechi avrebbero chiamato questa zona “ Il posto degli
Dei” o “La città dove gli uomini diventano Dei”.
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Teotihuacan:
veduta della mappa che descrive l’area.
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Nemmeno l’uso di questo
posto è ben noto (area religiosa? Altro?)! A dirla tutta, non si sa
NIENTE , ma il posto mozza il fiato e il sole mi sta scaldando. WOW!
Mi sento bene!!! |
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Teotihuacan:
tesori nascosti, un dettaglio carino dell’interno di un edificio. |
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Sulla strada del ritorno, ci fermiamo per una pausa veloce, comprare souvenir e bere qualche drink Messicano (Tequila, Pulque, Metxcal e così via …) mi sono quasi ubriacato!!! |
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Stefania si gode un drink. |
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15.04.02:
Prima della partenza per San Luis Potosì per incontrare JMAA,
incontriamo, all’aeroporto, Paolo Salvagiani, sua moglie Sabrina, e
Luca e Sandra (amici e membri AIC). |
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San
Luis Potosì: Agli arrivi dell’aeroporto. L’uomo al centro con
la maglietta bianca è Juan Miguel Artigas Azas
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Atterriamo sugli Altopiani Messicani, nel mezzo della
“Landa dei Cactus” , nel vero deserto messicano!!! Usciamo dall’areo
che piove, o meglio…. Diluvia!!! Beh, in realtà è successo più
verso sera! |
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San Luis Potosì: un dettaglio della città, scattato di proposito
con colore seppia.
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16.04.02:
San Luis Potosì: JMAA ha nella sua fish-room qualcosa come 5.000 (!)
litri d’acqua pieni di qualsiasi tipo possibile di pesce Centro
Americano! Molti sono animali veramente notevoli, altri (per fortuna
pochi) sono estinti in natura, e ha anche una vasca da 800 litri in
salotto!
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La
fish room:
JMAA si destreggia in un cambio d’acqua extra, a dispetto del fatto
che tutta la stanza ha un sistema di cambio continuo!!
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La fish room: dettaglio di una vasca. Il pesce al centro è un
maschio di Torichrhys aureum . Anche la green-house, per non citare i vasi di cactus ovunque, è veramente grande e mostra tante specie. |
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La
green house:
qui una fioritura di una specie di Echinocereus
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Dopo
siamo andati a comprare dei peperoncini (Il conosciuto Chili
Messicano) e a noleggiare un’auto perché il fuoristrada Chevy di
JMAA non è abbastanza grande per tutti!
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San Luis
Potosì:
quasi pronti a partire…
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Puerta
del Rio (Bacino del Rio Verde): Bellissimo posto! Cactus del genere Turbinicarpus, così
come altri, sono all’orizzonte e, nell’acqua diverse coppie di Herichthys
bartoni stanno deponendo con la loro tipica livrea a due colori
comune nei ciclidi del Centro America. Un serpente d’acqua si sta
crogiolando al sole… due campesinos (sulle mountain bikes!) ci
passano vicino, parlando sommessamente! Che sensazione…! Mi piace
questo Messico alternativo, distante anni dalla confusione di Città
del Messico, anche se qui la vita è diversa e non sempre facile.
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Puerta
del Rio:
Infiorescenze gialle di Opuntia. |
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Puerta
del Rio:
un dettaglio del corso d’acqua. |
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Puerta
del Rio:
un giovanile di Herichthys bartoni .
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Guidando lungo la Rio Verde Valley abbiamo notato un enorme Ferocactus
histrix (secondo JMAA) alto oltre 2,5 mt (diversi semi di questa
specie stanno crescendo ora a casa mia a Roma).
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Ferocactus
histryx:
un’immagine di questo gigante.
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All’ora di cena arriviamo, infine, a Valles (Ciuciad Valles)
dopo aver attraversato tanti chilometri di terreno spianato per
piantagioni di canna da zucchero. Che peccato, dato che non riesce a
crescere a questa altitudine! Perora l’unico risultato è stato
quello di aver distrutto un’ampia area di foresta. Che giornata
incredibile: ci siamo spostato da un paesaggio quasi desertico alla
foresta più fitta! E ce la siamo goduta: caldo, sete, sudore, tanti
ambienti cambiati in poco tempo. L’intero gruppo (condotto da JMAA
,leader indiscusso , e dalla sua metà Patricia) l’ha passata bene!
Ferma ora! È tempo di cenare ( continuerò forse domani nelle
descrizioni)… Seguendo i consigli di JMAA , iniziamo ad apprezzare
molto la cucina messicana e in particolare la birra (scura)“Negra
Modelo” … potessi trovarne in Italia! 17.04.01:
(Valles, Stato di San Luis Potosì – ci muoviamo dall’Hotel
Taninul): Eccoci qui ancora, nella foresta. Le previsioni meteo usano
ancora una volta gli stessi termini : grande caldo, alta umidità, un
piacere…La temperatura nella foresta è per me assai provante … ma
sono solito usare ogni minuto che ho a disposizione nel miglior modo.
JMAA ci ha promesso una LUNGA giornata…come se quella di ieri fosse
stato uno scherzo! Vedremo… ORA,PESCI: nessuna raccolta (i ciclidi della zona sono troppo
grandi per le vasche che ho a casa!!) di pesci in natura, ottengo
invece alcune specie dalle vasche di JMAA : 1. Archocentrus
spilurum (avannotti di una settimana (!) che non hanno retto il
rientro a casa) 2. Torichthys aureum
(giovanili; scelti da Paolo) 3. Archocentrus
nanoluteus (2 giovani coppie; la mia scelta) 4. Xiphophorus nezahualcoyotl “Rio El Salto” 5. Xenoophorus captivus
“Illescas”
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Rio Coy: come lo si può vedere dal ponte che abbiamo attraversato. | |
Dopo Tambaque
(nome locale: Tan-Sab-Ja o “Agua Bajita”): bella foresta con
torrenti d’acqua cristallina che scorrono in essa; tutt’intorno
orchidee, Tillandsie e Bromeliacee.Il sole non raggiunge questa zona
completamente…c’è caldo e umido…
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Tambaque:
La mappa della zona. |
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Tambaque:
dettaglio del torrente che scorre nella foresta. |
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Tambaque:
tante orchidee nascoste nell’ombra.
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Per combattere questo tempo, beviamo “michelada”: birra
con sale, limone e peperoncino (dicono che è rinfrescante …è lo è
per davvero!) con molto ghiaccio.. Proseguiamo per Huichyuayan
dove peschiamo molto facilmente dei livebearer come Xiphophorus Cortezi e Xiphophorus
Pigmeus che vivranno nella fishroom di JMAA. Trascorriamo anche
qualche tempo a “snorkelare” tra nuvole di caracidi e pecilidi,
mentre i ciclidi sono pochi ( e nessuno in riproduzione…secondo Juan
l’acqua è troppo fredda). Un piccolo torrente scorre lentamente
muovendo piante del genere Ceratophyllum
e altro… L’acqua è limpida , ma con molti sedimenti che si
alzano facilmente… la giornata termina con un’ottima cena a
mezzanotte. 18.04.02:
Mattinata nuvolosa (migliorerà tra qualche ora!), siamo ancora in
viaggio. Ed è ancora caldo ed umido sebbene siano solo le 8.40 di
mattina. Ieri, nel tardo pomeriggio, nella foresta, la Nikon di
Stefania ha smesso di andare per l’umidità, ma fortunatamente ,
dopo essersi asciugata è ripartita!
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Inside the Rain forest: Tutto è caldo, umido, verde, vivo… | |
Inside the Rain forest: una pianta di banana che fiorisce, è quasi
notte.
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Oggi
abbiamo in programma di cercare Xiphophorus cortezi (quando abbiamo
controllato gli esemplari pescati , trovammo solo un maschio e tante
femmine comunque gravide). Ora siamo diretti alle cascate di Pago Pago
dove,
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Pago
Pago Falls:
l’ambiente.
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Sotto le cascate d’acqua, notiamo tanti Herichthys pantostictus che
guidano nuvole di avannotti. Molte delle loro cure parentali sono
riconoscibili: seguono i piccoli, smuovono il fondo per cercare cibo
per gli avannotti, li difendono dagli intrusi…
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Pago
Pago Falls: Herichthys pantostictus cura i piccoli.
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L’area che ci circonda è molto più secca e molte piante
xerofitiche si possono vedere all’orizzonte (Yucca e Cactus) e
questo crea un contrasto con le zone verdi vicino al fiume.
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Tamasopo
falls:
come appaiono (purtroppo un po’ in ombra!).
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Si vedono anche degli Herichthys
labridens, un solitario (e grosso) Herichthys
steindachneri mentre tra gli ovovivipari devo menzionare,almeno, Poecilia
mexicana e Xiphophorus montezumae (maschi oltre i 10 cm!). Un posto che merita
di essere ricordate per le tante specie interessanti. L’unico
rammarico è quello di essere arrivati tardi…con l’ombra che copre
parte della zona. Puente
de Dios: Devo confessare un errore! Non aver preso con me la
telecamera, perché Puente de Dios è probabilmente il posto più
incredibile che abbia mai visto. Una grande cascata d’acqua, si
tuffa in un lago blu sul fondo del quale si vedono tante rocce
bianche. Tanti piccoli ruscelli, sboccano sul lago ai lati della
cascata. Tante felci crescono lungo le pareti di roccia, tante
rientranze in ombra offrono rifugio a pappagallo verdi che si
preparano a dormire (è quasi il tramonto!). Nel corso d’acqua
cristallino, sul fondo tanti tronchi pietrificati (con una sezione
oltre 1,5 mt). Secondo JMAA , sono alberi di specie estinte migliaia
di anni fa. Ciclidi in riproduzione sono ovunque, e nelle acque più
calme ci sono avannotti ,giovanili e subadulti… Dopo aver mancato
alcuni Xiphophorus montezumae
a cause dell’oscurità, andiamo finalmente a riposare…un’altra
lunga giornata è trascorsa…
Terrò un bellissimo ricordo dei questo Messico, lontano
dalle rotte turistiche. Rio
Verde (guidando verso le
sorgenti di Media Luna ): un lungo canale pieno di ciclidi e altri pesci (strano vero
? )
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Il
canale di Media Luna.
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Tanti ciclidi in riproduzione qui, anche se la rimozione di
nimphaea per consentire il nuoto agli umani, ha avuto una certa
incidenza sulla biologia di Herichthys
bartoni . Ora un breve resoconto dei parametri dell’acqua (appunti di
JMAA):
Facendo snorkelling a Media
Luna: il corso d’acqua
principale raggiunge una profondità di 36 mt, e mostra ancora tronchi
pietrificati e ninfee (che possono essere ritrovate anche nei canali
secondari). Molti sedimenti sul fondo che si smuovono facilmente. Tra
i pesci ricordo: Herichthys
bartoni; Herichthys labridens; Herichthys carpintis e ancora
Killifish e Goodeidi. Presenti anche tartarughe e bisce d’acqua.
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Media
Luna:
corso d’acqua principale. |
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Media
Luna:
come appare il findo. La coppia che si vede sono Herichthys bartoni
con le uova!
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Dopo
lo snorkelling, siamo saliti su una collina dietro Media Luna cercando
cactus: una camminata molto impegnative!!! Spine e sassi roventi a
piacimento…!!!
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Media Luna: Cactus delle colline dietro il torrente. | |
Il
Canale di Media Luna:
uno degli esemplari catturati: Herichthys carpintis. E’ stato
rilasciato dopo la foto.
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20.04.02:
(a San Luis Potosì, 09.00
a.m.): I nostri amici (Paolo, Sabrina, Luca, Sandra) stanno già
viaggiando verso casa, mentre noi ci muoviamo verso
Matehuala (lungo la “Carrettera 57” che da Città del Messico
va verso gli USA a nord). Secondo JMAA, Matehuala è la “Capitale
Mondiale del Cactus” con le zone circostanti che diventano sempre più
aride man mano che entriamo nel deserto. Troviamo tanti cactus, molti
dei quali in fiore. La temperatura è attorno ai 40 °C.
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San
Luis Potosì:
Un'altro fiore dalla green - house di JMAA. Questo è
un esemplare di Escobaria sp
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Matehuala:
Eccoci! E’ sera (proprio ora sono le 18.35)...Mi capita di sentire
un bruciore agli occhi come se avessi della sabbia in viso… mi fa
male tenerli aperti!!! Che sta succedendo? Devo dire che fotografare
Cactus è stata l’esperienza più selvaggia della mia vita! Domani
sarà il nostro ultimo giorno in Messico…
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Matehaula
(city):
Stefania ripresa accanto alla macchina di JMAA. |
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21.04.02:
Notte da dimenticare in Hotel. Sentivo freddo ( un’insolazione dal
giorno prima?) e ho risolto con due aspirine e una coperta di lana!
Non sto bene oggi … ma è l’ultimo giorno… non posso mollare! A
dispetto dei pantaloni lunghi , maglietta, cappello e occhiali ho
avuto una brutta esperienza con il sole…non mi aspettavo sarebbe
stata così dura!
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Matehuala
desert:
un notevole esemplare di Ferocactus (pilosus?) |
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Matehuala
desert:
un gruppo di Opuntia “fiore rosso”. |
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Matehuala
desert:
come appare realmente.
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Dopo altre foto di cactus , abbiamo visitato velocemente il
villaggio fantasma di Real de
Catorce (rappresentato in un film Hollywoodiano con Brad Pitt e
Julia Roberts se ricordo bene).
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Real
de Carorce |
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La cosa più incredibile nel deserto è senza dubbio il
silenzio! Se sei così attento da ascoltare…potrebbe addirittura
darti fastidio! Macchine corrono lungo la strada e le mosche non ci
danno tregua!
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Matehuala desert: la lunga strada che ci riporta –per l’ultima
volta- a S.Luis Potosì.
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E per l’ultima volta (speriamo solo per questo viaggio) ,
torniamo a S.Luis Potosì secondo la consueta routine: i bagagli, le
spese, altri souvenirs e tanti arrivederci con la promessa di
rivedersi prima o dopo… Poi l’aeroporto, la dogana , Mexico City,
Madrid, Roma. E’ la triste cerimonia del ritorno. Dopodichè a casa
tutto quello che abbiamo vissuto ci rimane dentro a lungo , i ricordi
, le sensazioni , i profumi… Ancora una volta è GAME
OVER!!!
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Ancora foto dal Messico |