Buscando mojarras …Cercando Ciclidi in Messico

Looking for cichlids, my Mexican Diary.

di Francesco Zezza

tratto dal sito : www.malawicichlidhomepage.com

traduzione D.Montanari

 

12.04.02: Mi sveglio la mattina presto (05.00) e ci dirigiamo rapidamente all’aeroporto di Fiumicino. Il padre di Stefania è stato così gentile da offrirci un passaggio. Il tempo non è un granchè; sta scendendo una leggera pioggia , ma il nostro morale è ottimo!  Il “check-in” va per le lunghe ,inclusa una vivace discussione con un membro della sicurezza che non mi permette di portare con me in cabina il mio coltellino svizzero (voleva che lo buttassi nella spazzatura). Non ha alcun effetto parlargli del fatto che quell’oggetto lo avevo usato mentre risalivo in barca il Mar Rosso lungo la costa del Sudan, nel deserto del Sinai, sul Lago Malawi ,e ancora alle Maldive , nel Sudan stesso, nelle montagne del Perù, a Cuba e nella foresta Amazzonica! Alla fine ci siamo accordati – sono stato costretto a farlo- che lo avrei messo tra i bagagli che non sarebbe stati con me nella cabina dove finalmente riuscimmo ad entrare. Il Mexico (con scalo a Madrid, Spagna) ci stava aspettando! Avremmo trascorso 3 giorni a Mexico City per riprenderci dal jet-lag e visitare la città e le zone circostanti, e dopo saremmo andati verso San Luis Potosì, dove Juan Miguel Artigas Azas (d’ora in avanti: JMAA) ci stava aspettando. Questo viaggio sarebbe stato differente dai precedenti per una serie di motivi quali:

  • Chiunque pensi al Messico – almeno in Europa – sembra si riferisca allo Yucatan. Noi invece saremmo andati dritti verso una zona che, almeno per il momento, non era nient’altro che un misterioso nome sulla mappa!!!

  • Non avremmo avuto alcuna immersione subacquea (posso aggiungere con rammarico? )

  • Il nome sulla mappa verso cui eravamo diretti in realtà è una città! Non è una barriera corallina, un lago africano o un fiume amazzonico… no è una città con il suo traffico e così via…

Nell’area circostante ci sono ciclidi come detto , e poi…

Mentre il nostro aereo viaggia veloce a 900 km/h provo a immaginare che ciclidi (e anche come) avrei portato a casa. Allo stesso tempo, una SERIA domanda: PERCHE’?

  • Perché questo disperato desiderio di andare?

  • Perché questa continua ricerca di “strane” (non comuni, fuori dalle rotte turistiche) destinazioni?

  • Perché sto impazzendo pian piano? Sono solo curioso? Ho desiderio di conoscere? Voglia di scappare via? Felicità? Paura? Niente di ciò?

Non so perché . So solo che , in certi momenti, è quasi un’ossessione : DEVO ANDARE! Non so davvero come mai. Ma alla fine è necessario un motivo? Perché mi serve un “perché”?

Mentre stiamo viaggiando sul Mar dei Caraibi (area di Bahamas), tutto d’un tratto mi ritrovo in un profondo, enorme ,immotivato dolore. Ma, dopotutto eccoci, Mexico City è all’orizzonte!!! Gigantesca, disordinata, con un traffico da paura. La città si estende sotto la finestra (28esimo piano di 42) del nostro Hotel ( saremmo informati più tardi che è la stessa usata dal presidente Bill Clinton in visita a Mexico City. Povero il mio portafoglio!!!) . Sono seduto, svestito, ad un tavolo mentre guardo la vita scorrere di fronte, sotto e intorno a me, stanco del viaggio. Ci siamo svegliati 21 ore prima a Roma e qui è ora di pranzo! E’ già sufficiente per ora! A domani!!

Mexico City : Veduta generale

13.04.02: Mexico City: Ho fame! E mentre soffro ancora di un dolorino al collo (regalo dell’aria condizionata immagino!), ci avviamo per un tour di Città del Messico. I nativi, gli Aztechi la chiamavano Tenochtitlan. Secondo la leggenda, è sorta in un luogo fortunato dove era stata avvistata un’aquila che mangiava un serpente in cima ad un cactus (controllato il campo bianco della bandiera messicana…l’aquila è ancora lì). La città è lunga 100 km e larga 39 ( a grandi linee), con alcune strade come “Paseo de la Riforma” lunghe 35 km, che comunque non è un record!!! Abbiamo visto il monumento di Benito Juarez (l’unico nativo , per ora, ad essere stato eletto presidente del Messico), poi la Cattedrale e, di fronte ad essa, la Plaza de la Costitution (4th piazza più grande del mondo : dovete vederla per crederci!). Dopo i resti Aztechi a Tempio Mayor (Atzeco), seguiti dal Palacio National (con bei dipinti di Diego Rivera)e la Fontana di  Tlaloc (Dio dell’acqua di memoria azteca) all’interno del Parco di  Chapultepec (Parco delle Cavallette). Menzione finale per il Museo Antropologico . Purtroppo il nostro tour è stato molto veloce; tutto quello che ho potuto captare è stato una sensazione generale di Mexico City, senza molta attenzione ai dettagli! Sono in hotel ora: bagnato di sudore e con i piedi malconci ! A dire la verità , una grande quantità di nomi, edifici, posti, chiese ci sono passati davanti agli occhi oggi. Non posso dire se in termini di conoscenza sono più ricco oggi; senz’altro sono confuso dal mix che abbiamo visto: i presidenti messicani negli anni, gli Aztechi, il traffico cittadino, i Tolthechi, il pranzo, la Cattedrale, i conquistatori spagnoli, i sacrifici umani aztechi, il Tempio dell’Acqua e altro ancora…! Tutto scorre neli miei occhi e nella testa! Aiutatemi! Basta! Voglio dormire ora!

14.04.02: Oggi è programmata la visita alle rovine di Teotihuacan! Continuo a cercare da mangiare in orari del tutto inconsueti per queste parti. Dio benedica il jet- lag!!! Subito dopo mi metto a pensare ai pesci lasciati a Roma, alle orchidee, alle piante carnivore, ai cactus…

Colazione finalmente! Dopo sulla strada, ci fermiamo al Santuario di Nuestra Senora de Guadalupe, che è il centro cattolico più importante in tutto il Messico.

Nuestra Senora de Guadalupe: la chiesa
Ore più tardi: seduti in cima alla “Piramide della Luna”, ho una veduta completa del sito archeologico di Teotihuacan.

Teotihuacan: una veduta generale dalla cima della “Piramide della Luna” 

Quasi nulla si sa degli antichi abitanti di Teotihuacan, e nemmeno perchè, d’un tratto, la città è stata abbandonata. Secoli dopo, gli Aztechi avrebbero chiamato questa zona “ Il posto degli Dei” o “La città dove gli uomini diventano Dei”. 

 

Teotihuacan: veduta della mappa che descrive l’area.

 

Nemmeno l’uso di questo posto è ben noto (area religiosa? Altro?)! A dirla tutta, non si sa NIENTE , ma il posto mozza il fiato e il sole mi sta scaldando. WOW! Mi sento bene!!!
 

Teotihuacan: tesori nascosti, un dettaglio carino dell’interno di un edificio.

 

Sulla strada del ritorno, ci fermiamo per una pausa veloce, comprare souvenir e bere qualche drink  Messicano (Tequila, Pulque, Metxcal e così via …) mi sono quasi ubriacato!!!

Stefania si gode un drink.

15.04.02:  Prima della partenza per San Luis Potosì per incontrare JMAA, incontriamo, all’aeroporto, Paolo Salvagiani, sua moglie Sabrina, e Luca e Sandra (amici e membri AIC). Abbiamo fatto una buona colazione incluso un cappuccino alla cannella , un po’ strano , da italiano! Ad ogni modo era OTTIMO! Mi sento bene di nuovo! Stiamo per incontrare bella gente, raccogliere ciclidi, vedere cactus, orchidee e tanto altro.

 

 

San Luis Potosì: Agli arrivi dell’aeroporto. L’uomo al centro con la maglietta bianca è Juan Miguel Artigas Azas

Atterriamo sugli Altopiani Messicani, nel mezzo della “Landa dei Cactus” , nel vero deserto messicano!!! Usciamo dall’areo che piove, o meglio…. Diluvia!!! Beh, in realtà è successo più verso sera!
San Luis Potosì: un dettaglio della città, scattato di proposito con colore seppia.

16.04.02: San Luis Potosì: JMAA ha nella sua fish-room qualcosa come 5.000 (!) litri d’acqua pieni di qualsiasi tipo possibile di pesce Centro Americano! Molti sono animali veramente notevoli, altri (per fortuna pochi) sono estinti in natura, e ha anche una vasca da 800 litri in salotto!

La fish room: JMAA si destreggia in un cambio d’acqua extra, a dispetto del fatto che tutta la stanza ha un sistema di cambio continuo!!

La fish room: dettaglio di una vasca. Il pesce al centro è un maschio di Torichrhys aureum .

Anche la green-house, per non citare i vasi di cactus ovunque, è veramente grande e mostra tante specie.

La green house: qui una fioritura di una specie di Echinocereus

 

Dopo siamo andati a comprare dei peperoncini (Il conosciuto Chili Messicano) e a noleggiare un’auto perché il fuoristrada Chevy di JMAA non è abbastanza grande per tutti!

San Luis Potosì: quasi pronti a partire… 2.15 (a.m): ora di pranzo… e poi, dopo aver guidato per un po’

 

Puerta del Rio (Bacino del Rio Verde): Bellissimo posto! Cactus del genere Turbinicarpus, così come altri, sono all’orizzonte e, nell’acqua diverse coppie di Herichthys bartoni stanno deponendo con la loro tipica livrea a due colori comune nei ciclidi del Centro America. Un serpente d’acqua si sta crogiolando al sole… due campesinos (sulle mountain bikes!) ci passano vicino, parlando sommessamente! Che sensazione…! Mi piace questo Messico alternativo, distante anni dalla confusione di Città del Messico, anche se qui la vita è diversa e non sempre facile.

Puerta del Rio: Infiorescenze gialle di Opuntia.
Puerta del Rio: un dettaglio del corso d’acqua.
Puerta del Rio: un giovanile di Herichthys bartoni .

Guidando lungo la Rio Verde Valley abbiamo notato un enorme Ferocactus histrix (secondo JMAA) alto oltre 2,5 mt (diversi semi di questa specie stanno crescendo ora a casa mia a Roma).

Ferocactus histryx: un’immagine di questo gigante.

All’ora di cena arriviamo, infine, a Valles (Ciuciad Valles) dopo aver attraversato tanti chilometri di terreno spianato per piantagioni di canna da zucchero. Che peccato, dato che non riesce a crescere a questa altitudine! Perora l’unico risultato è stato quello di aver distrutto un’ampia area di foresta. Che giornata incredibile: ci siamo spostato da un paesaggio quasi desertico alla foresta più fitta! E ce la siamo goduta: caldo, sete, sudore, tanti ambienti cambiati in poco tempo. L’intero gruppo (condotto da JMAA ,leader indiscusso , e dalla sua metà Patricia) l’ha passata bene! Ferma ora! È tempo di cenare ( continuerò forse domani nelle descrizioni)… Seguendo i consigli di JMAA , iniziamo ad apprezzare molto la cucina messicana e in particolare la birra (scura)“Negra Modelo” … potessi trovarne in Italia!

17.04.01: (Valles, Stato di San Luis Potosì – ci muoviamo dall’Hotel Taninul): Eccoci qui ancora, nella foresta. Le previsioni meteo usano ancora una volta gli stessi termini : grande caldo, alta umidità, un piacere…La temperatura nella foresta è per me assai provante … ma sono solito usare ogni minuto che ho a disposizione nel miglior modo. JMAA ci ha promesso una LUNGA giornata…come se quella di ieri fosse stato uno scherzo! Vedremo…

ORA,PESCI: nessuna raccolta (i ciclidi della zona sono troppo grandi per le vasche che ho a casa!!) di pesci in natura, ottengo invece alcune specie dalle vasche di JMAA :

1. Archocentrus spilurum (avannotti di una settimana (!) che non hanno retto il rientro a casa)

2. Torichthys aureum (giovanili; scelti da Paolo)

3. Archocentrus nanoluteus (2 giovani coppie; la mia scelta)

4. Xiphophorus nezahualcoyotl “Rio El Salto”

5. Xenoophorus captivus “Illescas”

Ancora in marcia :ci fermiamo al Rio Coy: fiume con acqua pulita circondato dagli alberi con tanti aironi che si nascondono tra essi.

 

Rio Coy: come lo si può vedere dal ponte che abbiamo attraversato.
Dopo Tambaque (nome locale: Tan-Sab-Ja o “Agua Bajita”): bella foresta con torrenti d’acqua cristallina che scorrono in essa; tutt’intorno orchidee, Tillandsie e Bromeliacee.Il sole non raggiunge questa zona completamente…c’è caldo e umido…

 

Tambaque: La mappa della zona.
Tambaque: dettaglio del torrente che scorre nella foresta.
Tambaque: tante orchidee nascoste nell’ombra.

 

Per combattere questo tempo, beviamo “michelada”: birra con sale, limone e peperoncino (dicono che è rinfrescante …è lo è per davvero!) con molto ghiaccio.. Proseguiamo per Huichyuayan dove peschiamo molto facilmente dei livebearer come Xiphophorus Cortezi e Xiphophorus Pigmeus che vivranno nella fishroom di JMAA. Trascorriamo anche qualche tempo a “snorkelare” tra nuvole di caracidi e pecilidi, mentre i ciclidi sono pochi ( e nessuno in riproduzione…secondo Juan l’acqua è troppo fredda). Un piccolo torrente scorre lentamente muovendo piante del genere Ceratophyllum e altro… L’acqua è limpida , ma con molti sedimenti che si alzano facilmente… la giornata termina con un’ottima cena a mezzanotte.

18.04.02: Mattinata nuvolosa (migliorerà tra qualche ora!), siamo ancora in viaggio. Ed è ancora caldo ed umido sebbene siano solo le 8.40 di mattina. Ieri, nel tardo pomeriggio, nella foresta, la Nikon di Stefania ha smesso di andare per l’umidità, ma fortunatamente , dopo essersi asciugata è ripartita!

 

Inside the Rain forest: Tutto è caldo, umido, verde, vivo…
Inside the Rain forest: una pianta di banana che fiorisce, è quasi notte.

Oggi abbiamo in programma di cercare Xiphophorus cortezi (quando abbiamo controllato gli esemplari pescati , trovammo solo un maschio e tante femmine comunque gravide). Ora siamo diretti alle cascate di Pago Pago dove,

Pago Pago Falls: l’ambiente.

Sotto le cascate d’acqua, notiamo tanti Herichthys pantostictus  che guidano nuvole di avannotti. Molte delle loro cure parentali sono riconoscibili: seguono i piccoli, smuovono il fondo per cercare cibo per gli avannotti, li difendono dagli intrusi…

Pago Pago Falls: Herichthys pantostictus cura i piccoli.

 

L’area che ci circonda è molto più secca e molte piante xerofitiche si possono vedere all’orizzonte (Yucca e Cactus) e questo crea un contrasto con le zone verdi vicino al fiume. Il nostro prossimo obiettivo sono le cascate di Tomasopo; ancora con tanti ciclidi essendo il locus tipicus di Herichthys tamasapoensis: la prima descrizione di questo pesce è stata di JMAA, e ne vediamo varie coppie.

 

Tamasopo falls: come appaiono (purtroppo un po’ in ombra!).

 

Si vedono anche degli Herichthys labridens, un solitario (e grosso) Herichthys steindachneri mentre tra gli ovovivipari devo menzionare,almeno, Poecilia mexicana e Xiphophorus montezumae (maschi oltre i 10 cm!). Un posto che merita di essere ricordate per le tante specie interessanti. L’unico rammarico è quello di essere arrivati tardi…con l’ombra che copre parte della zona.

Puente de Dios: Devo confessare un errore! Non aver preso con me la telecamera, perché Puente de Dios è probabilmente il posto più incredibile che abbia mai visto. Una grande cascata d’acqua, si tuffa in un lago blu sul fondo del quale si vedono tante rocce bianche. Tanti piccoli ruscelli, sboccano sul lago ai lati della cascata. Tante felci crescono lungo le pareti di roccia, tante rientranze in ombra offrono rifugio a pappagallo verdi che si preparano a dormire (è quasi il tramonto!). Nel corso d’acqua cristallino, sul fondo tanti tronchi pietrificati (con una sezione oltre 1,5 mt). Secondo JMAA , sono alberi di specie estinte migliaia di anni fa.

Ciclidi in riproduzione sono ovunque, e nelle acque più calme ci sono avannotti ,giovanili e subadulti… Dopo aver mancato alcuni Xiphophorus montezumae a cause dell’oscurità, andiamo finalmente a riposare…un’altra lunga giornata è trascorsa…

  19.04.01: Il nostro viaggio nella Huasteca termina oggi. Facciamo un riassunto di quello che abbiamo visto:

  • L’ambiente è eccezionale…(anche se non molto rispettato!) e straordinario nella varietà ; nel range di pochi chilometri si passa dal deserto a una rigogliosa foresta.

  • I locali sono gentili, caldi e amichevoli; anche se nella zona è diffuso lo spagnolo , ho incontrato alcune difficoltà.

  • Considero l’area sicura da un punto di vista del turista, dato che JMAA non temeva furti o altro più di tanto.

  • Non abbiamo fatto immersioni, ma i corsi d’acqua sono eccellenti.

  • Ho avuto l’opportunità di rivedere e approfondire vari aspetti sui pesci del’area.

  • La pesca avrebbe potuto essere più interessante (sia per i ciclidi –ma lo spazio a casa è poco- che per i livebearers – mi spiace aver mancato Xiphophorus montezumae).

Terrò un bellissimo ricordo dei questo Messico, lontano dalle rotte turistiche.

Rio Verde (guidando verso le sorgenti di Media Luna ): un lungo canale pieno di ciclidi e altri pesci (strano vero ? )

 

Il canale di Media Luna.

Tanti ciclidi in riproduzione qui, anche se la rimozione di nimphaea per consentire il nuoto agli umani, ha avuto una certa incidenza sulla biologia di Herichthys bartoni .

Ora un breve resoconto dei parametri dell’acqua (appunti di JMAA):

  • Puente del Dios: pH 7,8/8,0 - GH 110° tedeschi

  • Media Luna: pH 7,5/7,8 - GH 55° tedeschi , Temp. Acqua : fino a 30° C

Facendo snorkelling a Media Luna: il corso d’acqua principale raggiunge una profondità di 36 mt, e mostra ancora tronchi pietrificati e ninfee (che possono essere ritrovate anche nei canali secondari). Molti sedimenti sul fondo che si smuovono facilmente. Tra i pesci ricordo: Herichthys bartoni; Herichthys labridens; Herichthys carpintis e ancora Killifish e Goodeidi.

Presenti anche tartarughe e bisce d’acqua.

 

Media Luna: corso d’acqua principale.
Media Luna: come appare il findo. La coppia che si vede sono Herichthys bartoni con le uova!

Dopo lo snorkelling, siamo saliti su una collina dietro Media Luna cercando cactus: una camminata molto impegnative!!! Spine e sassi roventi a piacimento…!!!

Media Luna: Cactus delle colline dietro il torrente.
Il Canale di Media Luna: uno degli esemplari catturati: Herichthys carpintis. E’ stato rilasciato dopo la foto.

 

20.04.02: (a San Luis Potosì, 09.00 a.m.): I nostri amici (Paolo, Sabrina, Luca, Sandra) stanno già viaggiando verso casa, mentre noi ci muoviamo verso Matehuala (lungo la “Carrettera 57” che da Città del Messico va verso gli USA a nord). Secondo JMAA, Matehuala è la “Capitale Mondiale del Cactus” con le zone circostanti che diventano sempre più aride man mano che entriamo nel deserto. Troviamo tanti cactus, molti dei quali in fiore. La temperatura è attorno ai 40 °C.

San Luis Potosì: Un'altro fiore dalla green - house di JMAA. Questo è un esemplare di Escobaria sp

Matehuala: Eccoci! E’ sera (proprio ora sono le 18.35)...Mi capita di sentire un bruciore agli occhi come se avessi della sabbia in viso… mi fa male tenerli aperti!!! Che sta succedendo? Devo dire che fotografare Cactus è stata l’esperienza più selvaggia della mia vita! Domani sarà il nostro ultimo giorno in Messico…

Matehaula (city): Stefania ripresa accanto alla macchina di JMAA.

 

21.04.02: Notte da dimenticare in Hotel. Sentivo freddo ( un’insolazione dal giorno prima?) e ho risolto con due aspirine e una coperta di lana! Non sto bene oggi … ma è l’ultimo giorno… non posso mollare! A dispetto dei pantaloni lunghi , maglietta, cappello e occhiali ho avuto una brutta esperienza con il sole…non mi aspettavo sarebbe stata così dura!

 

Matehuala desert: un notevole esemplare di Ferocactus (pilosus?)
Matehuala desert: un gruppo di Opuntia “fiore rosso”.
Matehuala desert: come appare realmente.

Dopo altre foto di cactus , abbiamo visitato velocemente il villaggio fantasma di Real de Catorce (rappresentato in un film Hollywoodiano con Brad Pitt e Julia Roberts se ricordo bene).

Real de Carorce

 

La cosa più incredibile nel deserto è senza dubbio il silenzio! Se sei così attento da ascoltare…potrebbe addirittura darti fastidio! Macchine corrono lungo la strada e le mosche non ci danno tregua!

 

Matehuala desert: la lunga strada che ci riporta –per l’ultima volta- a S.Luis Potosì.

E per l’ultima volta (speriamo solo per questo viaggio) , torniamo a S.Luis Potosì secondo la consueta routine: i bagagli, le spese, altri souvenirs e tanti arrivederci con la promessa di rivedersi prima o dopo… Poi l’aeroporto, la dogana , Mexico City, Madrid, Roma. E’ la triste cerimonia del ritorno. Dopodichè a casa tutto quello che abbiamo vissuto ci rimane dentro a lungo , i ricordi , le sensazioni , i profumi… Ancora una volta è GAME OVER!!!

 

Ancora foto dal Messico