Il genere Phallichthys, vivipari attraenti anche se ancora poco conosciuti

Autore sconosciuto Traduzione di Fabio Sebastiani

 

Ad oggi gli ittiologi ascrivono al genere Phallichthys quattro specie.

La “vedova allegra”, ovvero P. amates amates, è la specie piu’conosciuta. Fu importata per la prima volta in Germania da E. Mayer nel 1947

Questa specie deve il suo nome alla banda nera che decorre lungo il bordo della pinna dorsale. E’ possibile trovarla in Guatemala, Panama, Costa Rica e Honduras. La forma del corpo alta indica che questa specie predilige acqua calma e con poca corrente (laghi, stagni e piscine naturali).

Il ”viviparo dal dorso arancione” ovvero P. amates pitteri, fu importato in Germania da W. Schroot fin dal 1906. Ad oggi pero’ non ci sono, in Germania, linee pure di P. amates pitteri.

Diverse controversie circondano questa specie, alcuni autori penano sia identica a P. amates amates, altri invece la considerano come una variante geografica della stessa specie.

P. amates pitteri presenta dalle sei alle dodici barre nere verticali su di ogni fianco, ma barre nere sottili possono essere riscontrate anche i P. amates amates. Negli esemplari di P. amates pitteri la coda è leggermente giallastra con il bordo scuro.

P. amates pitteri ha una distribuzione geografica che la vede a Panama, in costa Rica e nelle Antille. In questi paesi questa specie viene rinvenuta in corpi idrici vicino alla costa.

Nell’estate del 1976 con l’assistenza di E. Roloff ottenni degli esemplari di P. tico dal Sig. Fromm negli Stati Uniti.

Ad oggi questa specie non sembra avere un nome volgare. Per gli amanti degli ovovipari è una novità davvero molto interessante.

Questa specie è stata rinvenuta, fino ad oggi, in soli due siti del Costa Rica distanti 110 KM l’uno dall’altro. P. tico è la specie piu’ piccola del genere Phallichthys. E’ possibile distinguere gli esemplari di P. tico dagli esemplari di P. amates grazie al largo ocello nero posto nell’ultimo quarto della pinna dorsale, piuttosto che dal bordo scuro precedentemente menzionato. In P. tico questo punto nero è leggermente accennato.

Questa si rivela una caratteristica chiara per distinguere le diverse specie anche negli individui giovani piu’ piccoli.

L’allevamento e la riproduzione di questa tre specie è molto simile. La qualità dell’acqua non è importantissima; certamente come con tutti i vivipari, l’acqua non dovrà essere tenera (se possibile sopra i 10 dH).

Per quanto riguarda la temperatura 25°C vanno bene.

Queste specie sono pacifiche ed onnivore, sarà in ogni caso premura dell’acquariofilo fornire il cibo piu’ piccolo possibile. Ho notato una certa suscettibilità in queste specie nei confronti dell’acqua “nuova”. Un buon biocondizionatore dovrà, quindi, essere sempre aggiunto all’acqua di rubinetto prima dei cambi.

Con una buona alimentazione, abbastanza nascondigli e se tenuti con specie piu’ piccole, come ad esempio Heterandria formosa, si troveranno sempre degli avannotti sopravvissuti in vasca.

Una quarta specie di Phallichthys, P. fairwetheri, non è ancora stata importata in Germania, è stata comunque allevata a Vienna per diverso tempo, si spera quindi nella riproduzione in un futuro non troppo distante.

 

                                                                        Livebearers World , Inverno 1992