Le schede dei pesci

Normorhamphus liemi liemi   (Vogt 1978)

Di Dr.Roman Slaboch

Traduzione di Markéta Rejlková

Dal´articolo originale:

http://email.seznam.cz/redirect/http://www.akvarium.cz/1899/pages/text/recent/slaboch/n-l/n-l.htm

 

 

Uno splendido maschio di N.liemi liemi

 

Uno dei più bizzarri e anche più begli ovovivipari è il mezzo becco arlecchino (Nomorhamphus liemi liemi). È una delle poche specie „allevabile“ della famiglia Hemiramphidae che è costituita da più di 110 specie in 14 generi. Vivono esclusivamente in sud-est Asia e Indonesia. Il N. l. liemi di cui stiamo parlando è originario di Sulawesi.

Mappa del Sulawesi, area originaria di questa specie. Tratta dal sito originale

 

Le femmine sono circa due volte più grandi dei maschi e stazionano prevalentemente in superficie tra le piante galleggianti. I maschi a volte vanno anche in profondità, da dove emergono per raggiungere le femmine o il cibo. Il cibo ideale sono gli insetti e tutto ció che di vivo si muove in superficie. Prendono altri mangimi solo con indugio e lentamente, tanto che per saziare un gruppo di 10 adulti con della carne tritata occorre impegnarsi per  almeno un´ora. Gradiscono molto le larve delle zanzare (del resto, quale pesce non le gradisce?), ma le mangiano solo quando galleggiano sul pelo dell´acqua oppure appena immerse. Solo eccezionalmente le mangiano quando sono sul fondo. La soluzione che ho trovato è di lasciare le larve asciugarsi un po´ in modo che poi restino a galla più a lungo. Purtroppo usando questo trucco con la carne non ho avuto successo, perché la carne, con i bordi essicati, si indurisce ed i pesci la rifiutano. Il cibo caduto sul fondo è raccolto raramente e soprattutto dagli adulti e dai maschi. Spesso gli ho visto ingoiare anche piccole lumache (Planorbius) fino a 5 mm. Il problema del cibo è anche il problema principale dell´allevamento. Se manca il cibo vivo adeguato (insetti oppure larve galleggianti), ci vuole molto tempo per saziare questi pesci, tanto che pochi hanno la pazienza di dedicarsi abbastanza a loro che quindi  saranno denutriti e si riprodurranno con difficoltà.

Il numero degli avannotti è incerto a seconda della fonte dell´informazione. Per lo più si menziona il limite di 30 unità, ma ho letto anche di parti di più di 100 avannotti. Considerando la grandezza degli avannotti (incirca 2 – 2,5 cm) si tratta sicuramente di casi estremi. Le femmine allevate da me (14 cm) non hanno mai superato le 20 unità. Nei primi giorni gli avannotti non sono molto mobili e ci vuole una settimana prima che comincino a mangiare a dovere. Sucessivamete il loro allevamento diviene facile. (Nel primo articolo citato sotto è raccomandato di tenerli assieme agli avannotti più mobili e aggressivi di Dermogenys pusillus, i quali gli „insegnano“ ad accettare il cibo più presto. Credo che sia vero perché, quando li ho messi assieme a quelli degli altri ovovivipari, crescevano molto più rapidamente.)

Rispetto alla loro grandezza richiedono la vasca più grande e piuttosto bassa, con abbastanza piante e con parte della superficie libera. Se riuscite a mettere la vasca in un posto illuminato dal sole, i maschi mostrerano un gioco di colori meraviglioso che non potete vedere in nessun ovoviviparo e anzi, in generale, in pochi pesci di acqua dolce.

   

Maschio e femmina di N.liemi liemi. Foto di Roman Slaboch

 

Nel corteggiamento di maschi è caratteristico il movimento a scatti come una specie di farfalla e la loro carnosità sulla mandibola inferiore (il „becco“) ha una influenza decisiva per il loro successo sessuale. Ma c´è la causalità inattesa: ho imparato che i maschi più robusti hanno sempre il becco, che appare prima dello sviluppo fisico. I maschi, che non hanno il becco, restano piccoli e le femmine li ricusano (un po‘ quello che accade tra i portaspada (N.d.Tr.). I maschi col becco, seppure piccoli, ottengono credito e quindi anche accesso più facile al cibo e si irrobustiscono velocemente. Gli altri rimangono senza speranza. Da questo risulta che i maschi non hanno il becco perché sono forti, ma sono forti perché hanno il becco.

Questi pesci non hanno esigenze particolari per quel che riguarda la temperatura, 25 °C è sufficiente e con un pH da 7 a 8, avrete pesci resistenti che non prenderanno qualsiasi malattia. Durante gli anni del loro allevamento, l´unica cosa della quale ho dovuto liberarli ogni tanto erano i parassiti delle branchie (i trematodi monogenei). 

Oltre ai problemi di cibamento (soprattutto delle femmine), l´altro loro difetto è quello che, ai maschi, ci vuole molto tempo per raggiungere la maturità. Ci vogliono almeno 2 – 3 anni prima che raggiungano la pienezza di colori e anche la „giusta“ bizzarra mostruosità di forma. Tuttavia, non bisogna preoccuparsi perché, rispetto alla loro longevità relativa (5 – 6 anni), ve li godrete lo stesso abbastanza.   

Bibliografia:

Dokoupil, N., Zemánek, L., (1988): O polozobánkách rodu Nomorhamphus, Akvárium Terárium 3/str.3, Panorama, Praha.
Kempkes, M., Schäfer, F., (1998): Alle Lebendgebärenden der Welt. Mörfelden-Walldorf, A.C.S. (Aqualog), 352 ss.
Májsky, J., (1995): Polozobánka ze Sulawesi, Akvárium terárium 5/str.13, Panorama, Praha.
Wischnath, L.,(1993): Atlas of Livebearers of The World, T.F.H. Publications, Inc.; USA, 336 ss.

home page      pagina sommario      poecilidi     goodeidi    altre famiglie