Tecnica
MANUTENZIONE
DELL’ACQUARIO DI ACQUA DOLCE di Stefano Caproni |
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Una delle frasi più
ricorrenti degli aspiranti acquariofili, di fronte ad una vasca ben
arredata, con piante rigogliose e pesci sani di mille colori, riguarda
il tempo da dedicare ad un acquario: “Mi piacerebbe averne uno, ma chissà quanto tempo
dovrò dedicargli” E questa, oltre ad una domanda di rito, è forse
anche uno dei motivi che limitano la diffusione dell’acqauariofilia,
unito anche ad eventuali errori e brutte esperienze del passato. La gestione di un acquario, intesa come manutenzione
ordinaria e mantenimento, a mio avviso è invece una delle cose meno
impegnative sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista
dell’impegno, oltre che essere uno dei momenti in cui abbiamo una
maggiore “intimità” con la vasca e riusciamo quindi ad accorgerci
di cose che durante il giorno, uno sguardo fugace non ci permette di
scoprire. Diamo per scontato che la vasca sia allestita,
per ovvi motivi di praticità nella stesura di queste poche
righe, e che funzioni bene (in caso di problemi, altri articoli saranno
dedicati ai più svariati argomenti relativi a problematiche varie nella
vasca), ci vogliamo infatti occupare della manutenzione ordinaria, tutto
ciò che riguarda casi particolari esula infatti dal punto focale di
questo articolo. Alcune operazioni, saranno da eseguire giornalmente,
ma sono talmente superficiali, che non bisogna nemmeno programmarle,
come le seguenti. CONTROLLO DELLA TEMPERATURA (almeno una volta
al giorno) Il controllo della temperatura, sembra una cosa
evitabile e trascurabile, invece non lo è. In realtà, una volta regolato il termoriscaldatore,
dopo l’allestimento, e verificato per alcuni giorni che la temperatura
della vasca è stabile, quest’ultima potrebbe rimanere nei limiti
prestabiliti per anni. Ma la certezza non c’è, si può rompere il
termoriscaldatore ad esempio, si può rompere la pompa, o altro può
accadere senza che noi ce ne accorgiamo. Un esempio molto pratico, è ad esempio la
somministrazione del cibo, che a volte, per alcuni acquariofili,
corrisponde con un arresto momentaneo della pompa, per evitare che il
cibo, specialmente quello che si disgrega facilmente, venga sparso per
tutta la vasca e possa andare a finire in angoli non raggiungibili dai
pesci e deteriorare la qualità dell’acqua. E’ ovvio che la pompa verrà riaccesa dall’acquariofilo,
ma io ad esempio mi dimentico di farlo 5 volte su 10, ma avendo la vasca
in ufficio davanti agli occhi fortunatamente poi me ne accorgo. Può comunque succedere, che qualcuno, dia da
mangiare ai pesci in fretta prima di uscire di casa, ed in questo caso,
la pompa potrebbe rimanere ferma per un’intera giornata. Una fermata della pompa per elevati periodi, a parte
i possibili danni alla flora batterica del filtro, provoca un
inevitabile abbassamento della temperatura, solitamente graduale, ma che
comunque non fa certo piacere ai pesci. Tutto questo solamente per dirvi che il controllo
della temperatura a volte non
è fine a se stesso, ma può darci segnali di qualcosa che non va nella
parte tecnica dell’acquario. Chi ha qualche soldo da spendere, potrebbe
installare, come ho fatto io, un piccolo termometro digitale con sonda,
da immergere nell’acqua. Il grande vantaggio è quello di poter leggere la
temperatura anche solo passando davanti alla vasca, o quando siamo
seduti in poltrona a guardare una bel film. Il costo non è elevato, se ne trovano
tranquillamente nei negozi di elettronica per cifre intorno alle 20.000
lire. Questo è solo un suggerimento per chi vuole
aggiungere qualcosa nella vasca, non è certo un accessorio
indispensabile.
CONTROLLO DELLO STATO DI SALUTE DEI PESCI E DEL
LORO COMPORTAMENTO (almeno una volta al giorno) Nonostante non parlino, i pesci riescono a comunicare
con noi, ovviamente non di proposito, tramite alcune manifestazioni
fisiche e comportamentali che ci possono dare segnali di eventuali
problemi. Per quanto riguarda le manifestazioni fisiche e
comportamentali, è utile controllare ogni tanto durante il giorno la
colorazione dei pesci, che non deve essere sbiadita (per quanto riguarda
le colorazioni, bisogna fare attenzione che i cambi di colore non siano
però dovuti a combattimenti, litigi, comportamenti riproduttivi, ecc.),
l’eventuale presenza di scaglie sollevate o mancanti, che possono
essere solo sintomo di un litigio con altri pesci, ma a volte di
malattie e infezioni. Si verifica che i pesci non abbiano il ventre
“incavato”, ma piuttosto tondeggiante, che non ci siano segni di
dimagrimento, che le pinne siano aperte, che il nuoto e la respirazione
sia regolare (ovviamente la respirazione potrebbe essere accelerata in
seguito ad un litigio con altri pesci), che le feci abbiano colorazione
scura, e che si presentino compatte e non filamentose o di colorazione
biancastra. Eventuali altri sintomi di malessere potrebbero
essere il nuoto non regolare, lo stazionamento persistente sulla
superficie o sul fondo (con esclusione ovviamente dei pesci che vivono
sul fondo), eventuali malformazioni come patine biancastre che ricoprono
il pesce, tipo batuffoli di cotone, occhi gonfi, branchie arrossate. Potrei andare avanti per ore, ma comunque avrete
capito che se osservate attentamente i pesci quando stanno bene, vi
accorgerete di certo se c’è qualcosa che non và. Certamente le malattie non si sviluppano in poche
ore, ma una quotidiana osservazione ci permetterà di accorgerci in
tempo e di curare in tempo un eventuale pesce che non sta bene, oltre al
fatto di poterlo isolare dalla vasca. CONTROLLO DEL LIVELLO DELL’ACQUA NELL’ULTIMO
SCOMPARTO DEL FILTRO (almeno una volta al giorno) Sembra esagerato parlare di una volta al giorno, ma
ho potuto verificare che a volte basta una pianta che si stacca, od una
grossa foglia che vada a finire nelle griglie di aspirazione, per
abbassare notevolmente il livello dell’acqua nel terzo scomparto,
quello dove solitamente, in un filtro tradizionale biologico interno,
c’è la pompa. A volte lo spazio dentro al filtro è angusto, e la
pompa non sempre si trova sufficientemente in basso per non essere
interessata dal fenomeno. Meglio buttare lo sguardo quando ci svegliamo o
quando arriviamo in ufficio, non bisogna neanche fermarsi, basta
guardare mentre passiamo (a meno che ovviamente, il filtro non sia
troppo vicino ad un muro). CONTROLLO DEI PARAMETRI CHIMICI DELL’ACQUA
(secondo necessità) Abbiamo scritto secondo necessità, perché è
impossibile dire in quali tempi e modi bisogna controllare i parametri
fondamentali in una vasca di acqua dolce. Dipende da decine di fattori, come la frequenza dei
cambi parziali, la presenza di un impianto di C02, lo stato di
sovraffollamento dell’acquario, l’anzianità della vasca. E’ quindi il caso che ognuno si dia dei termini a
seconda delle necessità. Un consiglio che si può dare, è comunque quello di
verificare il più frequentemente possibile i parametri, quando si ha
una vasca con poche piante e troppi pesci, dove le condizioni possono
deteriorarsi molto più rapidamente che in una vasca con pochi pesci e
molte piante, così come vale lo stesso discorso, riferito però
all’anzianità della vasca. Una vasca avviata da mesi ha bisogno di minori
verifiche di una vasca avviata da poche settimane, più suscettibile di
variazioni improvvise. Una controllata va comunque fatta in caso si notino
cambiamenti di qualsiasi tipo, che ci facciano vedere l’acquario
diverso da come lo abbiamo sempre visto (alghe, colore delle foglie
delle piante, diversi comportamenti dei pesci) e comunque tutte le volte
che facciamo massicce immissioni di pesci o eventuali trattamenti con
medicinali. Ogni volta insomma che cambia qualcosa nella vasca,
sia a causa di un nostro
intervento, sia per cause che non dipendano da nostri interventi. Un misura che consiglio nei primi periodi di
allestimento di una vasca (per esperienze personali molto negative) è
quella del cloro, a volte dai nostri rubinetti esce un po’ di tutto. Una misura che invece consiglio per una vasca già
avviata da tempo, è quella dei fosfati, a volte molti misurano i
nitrati, pensando che siano l’unica causa di inquinamento in acquario. Ho detto ciò perché osservando negli scaffali degli
acquariofili, ho notato che spesso i test del cloro e dei fosfati non ci
sono. Non è necessario comprarli, visto che sono test da
non fare tutti i giorni, ma il vostro negoziante vi farà tutti i test
che desiderate. RIMOZIONE DI DETRITI DALLA VASCA
(settimanalmente) Una verifica di quello che può essere rimosso dalla
vasca, per limitare eventuali fonti aggiuntive di inquinamento,
può essere fatta una volta alla settimana, magari in coincidenza
con il cambio parziale. Consiste principalmente nella rimozione di foglie
staccate dalle piante, foglie marcite, e qualsiasi altra cosa che sia in
fase di deterioramento, se la cosa viene fatta più di frequente è
comunque meglio. Farlo prima del cambio parziale sarebbe l’ideale,
in modo da eliminare eventuali intorbidamenti che si creano a causa del
movimento del fondo, o lo spostamento di piante Non credo ce ne sia bisogno, ma lo scrivo per
scrupolo. Ogni volta ve ne sia la necessità, vanno eliminati,
nel più breve tempo possibile, eventuali pesci morti, con meno fretta
si possono invece eliminare eventuali residui di mute di granchi e
gamberetti di acqua dolce. PULIZIA DEI MATERIALI DEDICATI AL FILTRAGGIO
MECCANICO (una volta alla settimana) La pulizia dei materiali filtranti, è importante
quanto i cambi parziali. Un buon filtraggio meccanico è alla base di un
successivo buon filtraggio biologico, oltre a permetterci di avere acqua
cristallina, e quindi pesci e piante in buone condizioni (specialmente
le piante si giovano molto di un acqua cristallina, in caso di acqua
torbida infatti gran parte della luce non raggiunge le parti più
profonde di un acquario e viene “schermata” in un certo senso dalla
torbidità dell’acqua). La pulizia dei materiali adibiti al filtraggio
meccanico, spugne e lana di perlon, va fatto prima del cambio parziale,
e possibilmente a pompa spenta, in modo da non mandare nella vasca
eventuali detriti accumulati nelle spugne. Queste ultime si estraggono, e vanno pulite con acqua
tiepida, se acqua dell’acquario ancora meglio, rimuovendo manualmente
i detriti più grossi fermi sulle superfici della spugna, e strizzandole
leggermente per più volte mentre sono immerse in acqua, o sotto un
getto di acqua corrente. Per quanto riguarda la lana di perlon, l’operazione
è la stessa ma deve essere un po’ più energica in quanto questo
materiale fa fatica a rilasciare le sostanze che vi si accumulano
all’interno.
PULIZIA DEI MATERIALI DEDICATI AL FILTRAGGIO
BIOLOGICO (una volta all’anno) La pulizia dei materiali dedicati al filtraggio
biologico, come i cannolicchi, vanno toccati il meno possibile, di norma
si usa dire una volta all’anno, ed anche in questo caso il tempo è
relativo. In caso di necessità di pulizia, gli stessi si
possono estrarre, e sciacquare delicatamente in un po’ di acqua
dell’acquario in modo da eliminare eventuali residui grossolani. L’operazione va fatta in poco tempo, i cannolicchi
non si devono ovviamente asciugare. A volte sento amici acquariofili poco esperti o alle
prime armi (lo sono anch’io comunque) che mi dicono che è ormai ora
di pulire i cannolicchi, in quanto gli stessi sono sporchi (quando
notano un po’ di “poltiglia” marroncina che si è depositata sui
cannolicchi stessi). Lasciate stare i cannolicchi, quella delicata
“poltiglia” è tutta roba buona Anche se alcuni tipi recenti di cannolicchi ad alta
porosità, potrebbero secondo alcuni intasarsi forse prima di quelli più
tradizionali in ceramica, anche se io non ne sono convinto. In questo caso se qualcuno propende per la prima
ipotesi, magari gli può dare la famosa delicata sciacquata in acqua
dell’acquario (fuori dall’acquario mi raccomando) un po’ più di
frequente. Io ho un acquario allestito da tre anni, che non mi
ha mai dato problemi, e non ho mai pulito i cannolicchi. La questione è molto soggettiva. L’unica raccomandazione è quella di non pulire i
materiali per il filtraggio biologico nelle prime fasi di allestimento
di un acquario, quando la flora batterica non è ancora sviluppata bene. Inoltre, in caso di allestimento di un acquario da
poco tempo, meglio controllare, in caso di pulizia dei materiali adibiti
al filtraggio meccanico, alcuni parametri che ci daranno indicazioni sul
funzionamento corretto del filtro anche dopo la sua pulizia, come
nitriti e nitrati. Se dopo numerose pulizie del filtro, notiamo che le
misurazioni sono rassicuranti, possiamo evitare di misurare le volte
successive. PULIZIA E VERIFICA DELLO STATO DELLA POMPA (una
volta al mese) Anche in questo caso, una volta al mese potrebbe
essere poco. E’ difficile dire dopo quanto tempo la pompa si possa
sporcare (dipende molto dal filtraggio meccanico), ed inoltre, una pompa
sporca non smette in genere di funzionare, ma la sua durata nel tempo di
certo diminuisce, ed inoltre la portata in caso di deterioramento
diminuisce. Una volta al mese, magari in corrispondenza dei cambi
parziali, meglio se prima di essi, sarebbe meglio aprirla con
delicatezza, estrarre con altrettanta delicatezza la girante, dargli una
bella pulita sotto acqua corrente (di solito è sufficiente), e
rimuovere eventuali detriti che si sono depositati al suo interno. Anche una pompa che fa rumore, va verificata, ed
eventualmente sostituita, onde evitare danni peggiori, una pompa che si
rompe è una delle cose peggiori che può capitare in un acquario,
specialmente se non ce ne accorgiamo subito. CONTROLLO DELLO STATO DELLE LAMPADE (una volta
al mese) Anche se le lampade vanno sostituite quando lo
prescrive la casa costruttrice, di solito la durata di vita è indicata
sulle confezioni, anche le lampade possono essere oggetto di usura
precoce o di malfunzionamenti. Sarebbe quindi il caso, almeno una volta al mese,
controllare lo stato delle lampade, in particolare la loro accensione,
che deve essere il più possibile esente da continui “sfarfallii”,
come si usa dire in gergo, e controllare che le estremità delle lampade
stesse non siano completamente annerite, sintomo che indica un chiaro
deterioramento delle stese. La loro sostituzione, in caso di malfunzionamenti, è
la sola soluzione possibile. CAMBIO PARZIALE DELL’ACQUA (una volta alla
settimana) Poco e spesso. Questa è la frase più ricorrente che
ci si sente dire quando chiediamo informazioni sui cambi parziali. E’
sicuramente la regola migliore. Meglio cambiare il 10% ogni settimana, che non il 25%
una volta ogni due, primo perchè gli eventuali cambiamenti di parametri
chimici saranno minimi (l’acqua non sarà mai uguale a quella
dell’acquario), secondo perché in caso di eventuale malfunzionamento
del filtro e di accumulo di sostanze organiche, andremo a diluire queste
sostanze una volta alla settimana, e non ogni 15 giorni, nel caso non ci
accorgessimo che qualcosa non va. Le uniche raccomandazioni, sono quelle di preparare
l’acqua sempre nello stesso modo, che sia miscelata (rubinetto e
osmosi) o che sia preparata (osmosi e sali). L’acqua deve avere essere alla stessa temperatura
di quella dell’acquario se il cambio avviene velocemente (cosa
sconsigliata), o anche qualche grado in meno se viene utilizzato un
sistema goccia a goccia (il migliore). Basta mettere la tanica o il contenitore più in alto
dell’acquario, usare un tubo da aeratore, creare l’effetto
“sifone”, e lasciare gocciolare l’acqua dentro la vasca, ci
metterete anche due ore, ma è il metodo migliore, inoltre se la tanica
tiene 10 litri, e voi ne togliete dalla vasca 10, potete anche andare a
prendere il caffè. Se non riuscite a mettere la tanica sopra al livello
dell’acqua dell’acquario, potete usare un altro sistema, e cioè
fare due buchi sul tappo (leggermente più piccoli dei tubi da
aeratore), infilarci due tubi da aeratore, in uno dei due inoltre, nella
parte rivolta verso il fondo della tanica, infilerete un tubo rigido di
quelli per uso acquariofilo, che peschi l’acqua dal fondo della
tanica, manderete in pressione la tanica (attaccando un aeratore al tubo
che non pesca l’acqua) e l’acqua uscirà molto lentamente dal tubo.
In questo modo ad esempio, per cambiare l’acqua in una vasca da 200
litri, usando circa 25 litri di acqua per il cambio, ci metterete circa
60 minuti, sufficienti per non far scendere la temperatura (lasciate il
riscaldatore acceso durante l’operazione, a meno che lo stesso non sia
scoperto e non a contatto con l’acqua). Usate un buon biocondizionatore, nelle dosi
consigliate, altri prodotti secondo me non sono necessari. CONCLUSIONI Nonostante si siano scritte molte cose, l’impegno
per mantenere in salute il nostro acquario, pensandoci bene, si riduce a
poche ore al mese. Molte delle manutenzioni e dei controlli di cui
abbiamo parlato, si possono fare durante il cambio dell’acqua, ed
inoltre alcune cose si possono verificare solo guardando l’acquario di
sfuggita. Un’attenta osservazione del vostro acquario, vi
permetterà di adattare le operazioni di manutenzione qua descritte, ad
ogni singolo caso. Osservate spesso e attentamente il vostro acquario,
non solo come se fosse un bel quadro, ma come se facesse parte di voi
stessi, i pesci e le piante non parlano, ma riescono a farvi capire
tante cose, solo imparando a conoscere pesci e piante del vostro
acquario, vi permetterà di ottenere grandi soddisfazioni e di imparare
a conoscere un mondo così diverso dal nostro. Ricordate comunque sempre una cosa, un acquario poco
popolato, con molte piante, permetterà agli ospiti della vostra vasca
di vivere per lungo tempo in salute, e a voi di dedicare veramente poco
tempo alla manutenzione, un acquario densamente popolato e con poche
piante, costringerà i vostri ospiti a vivere in condizioni pessime, e a
voi di non godervi fino in fondo la gioia di una bella vasca da
osservare seduti in poltrona.
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