Il Costa Rica - il paradiso degli ovovivipari

 

Dr. Roman Slaboch (foto e testo). Tratto dal sito: http://www.akvarium.cz/1899/pages/text/recent/slaboch/kostarika/k1/k1.htm

Traduzione di Markèta Rejlkova. Adattamento di Diego Montanari e Alessandro Tozzi

Non è una novità se dico che chiunque abbia visitato almeno una volta posti distanti, sente sempre il desierio di tornarci nuovamente. Questa febbre esotica „contagia“ la maggior parte della gente, tanto più quelli come noi, che sono legati almeno marginalmente ai tropici tramite la nostra professione o il nostro hobby, e che non vedono l'ora di visitare posti di cui hanno tanto letto sui libri.

 

 

Per quelli che non hanno ancora avuto coraggio, o che sono limitati dalla partecipazione obbligatoria della loro signora (scusate dame, ma la maggior parte dei paesi tropicali come li consideriamo noi, non sarebbero il massimo per voi) o dalla mancanza di esperienza, o fondi, offro la possibilità di fare un pensierino al Costarica, che, secondo alle mie esperienze, è una scelta ideale.

Soprattutto è un paese civilizzato, politicamente tranquillo da lungo tempo con una democrazia regolare.

È assolutamente sicuro - questo è dimostrato per esempio anche dal fatto che hanno sciolto l´esercito qualche anno fa.

Non è per niente difficile trovare una sistemazione economica (3-7 $) e decente - dove e quando che sia.

Praticamente dappertutto si trovano dei pulman economici che offrono un servizio regolare e puntuale.

Non è un problema noleggiare (a prezzo decente) una macchina, la quale può poi essere riconsegnata in una delle agenzie presenti in varie città del paese.

Nei ristoranti (hospedaje, posadas) si paga un terzo di meno rispetto ai prezzi in Repubblica Ceca e si mangia benissimo - a condizione che non vi diano fastidio patate, riso, fagioli, mais, maiale, manzo, pollame...

La frutta si trova dappertutto a prezzi che vi rallegrano (banana costa circa 3 centesimi ed un ananas di 2-3 kg costa circa 1 euro).

In relazione alla tutela della natura, rigorosa e appoggiata da TUTTI, è possibile vedere nei parchi naturali comunità di piante e di animali veramente meravigliosi, quasi come da testi scolastici.

E dulcis in fundo - nei torrenti e stagni perfettamente puliti (non c´è praticamente nessuna industria) sono enormi le quantità di pesci, in gran parte notissimi dalle pubblicazioni per acquariofili. Ho personalmente avuto piacere di registrare la presenza di ovovivipari letteralmente in ogni dove. In un certo qual modo più monotone sono le acque per quanto riguara tetra e catfish, ma quelli tra di voi affezionati di ciclidi sarebbero stati probabilmente eccitati quanto me.

Devo cominciare il mio reportage con la cosa più delicata - il trasporto. Si devono prenotare i biglietti aerei con un buon anticipo (l'ideale sono 6 mesi). Un problema è l´atteraggio di tutti voli a Miami oppure a Orlando. Sebbene non uscite per niente dalla zona della dogana, dovete passare dall´ufficiale per immigranti e quindi dovete aver il visto per gli USA. Non credete nelle affermazioni delle agenzie dei viaggi che si tratta di un volo diretto a San Josè. Non esiste un volo diretto da nessuna città europea. Rispetto alla incertezza dell’assegnazione dei visti, c´è la possibilità che non riusciate a passare.

La soluzione è quella di scegliere un´agenzia viaggi che pratica il TWOV (Transit Without Visa). Il viaggio è un po complicato, ma senza problemi. Noi avevamo scelto un volo da Vienna (che costa pure 200 euro meno di quello da Praga!) a Madrid, dove abbiamo trascorso la notte in un albergo a spese dell'agenzia, ed il giorno dopo abbiamo preso il volo per Miami e poi da lì a San Josè. Complicato, come ho già detto, ma è l´unica possibilità senza i visti per gli USA.

Il Costarica è noto per la quantità stupefacente di parchi nazionali, di cui hanno cura anche gli indigeni, più che in altri paesi dell´America latina. E qua si possono vedere  popolazioni anche numerose di animali, anche rari, che gli indigeni non cacciano, bensì  proteggono.

 

Due immagini: una ritrae la suggestiva Isla de Ometepe, l'altra l'interno di una casa nel paese di Granada

 

La nostra prima meta era la piccola città  di Cahuita sulla costa caraibica, a sud del porto Limon. Bellissime spiagge bianche, lunghe chilometri, contornate dalle palme di cocco tipiche, ci hanno mostrato un gustoso paesaggio, impreziosito dall'assenza di turisti. Dopo aver fatto una passeggiata „obbligatoria“ nella foresta vergine ci siamo messi a investigare stagni e fossi. Bastava mettersi in ginocchio sulle rive per entrare in un nuovo mondo. I branchi numerosi delle bellissime Alloheterandria guizzanti mi hanno infervorato. Si trattava anche del mio primo contatto con questa specie. Dopo qualche centinaio di metri c´era un fiume che dalla foresta entrava nel mare per mezzo di un delta sabbioso, modificato dall'alta marea. Qui, in queste acque salmastre, si è realizzato un altro dei miei primi incontri con un viviparo da sogno - Anableps sp. il pesce quattri occhi. Si trovava lì, in piccoli gruppetti di 6-10 individui tra i branchi di una delle più grandi e colorate forme di Poecilia sphenops. L´esplorazione ittiologica è stata comunque complicata e resa particolare dalle espressioni vocali di schiere di scimmie urlatrice. Dopo qualche ora di esplorazione nella foresta, abbiamo incontrato su un fiumiciattolo un concorrente. Avevano raccolto giovani poecilidi non specificati  (probabilmente del genere Phallichthys) con successo assai maggiore del nostro.

La costa pacifica è, a differenza di quella atlantica, molto più calda e arida. La raccolta degli ovovivipari qui è però più fruttuosa. Nel parco nazionale Corcovado sulla Peninsula de Osa, non abbiamo trovato nessun corpo di acqua (corrente o stagnate che fosse), che non contenesse ovovivipari. E dato che abbiamo visitato parecchi siti, posso generalizzare qualche concetto. Per la magigor parte, si trattava di popolazioni monospecifiche di livebearers, accompagnati regolarmente da tetra A. bimaculatus e ogni tanto anche da un qualche catfish. Le acque locali erano molto calde (28-32 °C) con pH tra 7,6 e 7,8. I branchi degli ovovivipari si trovavano sia in parti assolate, sia in ombra - a differenza di tetra e cory, che si fermavano quasi esclusivamente in ombra. Su questa costa abbiamo catturato solo Poeciliopsis turrubarensis e Brachyrhaphis rhabdophora. La cosa strana è che, in questi posti, non abbiamo visto ciclidi.

Del soggiorno lì ho ancora un ricordo. Dalla base Carate siamo andati alla base biologica La Sirena, lontana 16 km. Il percorso era in parte minore nella foresta e per la maggiore sulla spiaggia di sabbia vulcanica nera. La temperatura dell'aria era 48 °C, quella della sabbia 52 °C. Circa 3 km prima di arrivare (secondo GPS) abbiamo trovato un torrente, uscendo dalla foresta, dove gli altri si sono fermati a riposare ed a raffredarsi. Non io, che eccitato, ho deciso di percorrere il „breve“ resto del percorso subito. Per arrivare ho poi dovuto raccogliere tutte le forze, soprattutto psichiche , perché di quelle fisiche non c´era rimasto nulla. Completamente spossato, ho dovuto soggiornare forzatamente a La Sirena per un certo tempo. Non si può resistere a certe circostanze ed elementi naturali.

La prima volta che mi sono reso conto di questo fatto è stato molto anni fa, durante un passaggio sul Caucaso dalla Russia alla Giorgia, dove i cani semiselvatici da pastore ci avevano cacciati in un fiumiciattolo gelido e impetuoso dove sono svenuto, molto raffreddato e ferito.

Su quella spiaggia stavo per svenire di nuovo, a causa del caldo e della mia idiozia.

Il Costarica non è ricco di monumenti storici e ciò a me personalmente è convenuto, perché non c´era niente a distrarci dal nostro interesso principale. Però non siamo riusciti a far a meno di vedere alcuni posti, ma chi potrebbe resistere in un paese di tanti vulcani attivi a vederne almeno uno?

Dopo aver visto Irazù, uno dei vulcani dormienti, dove all´altezza di 3600 m, ci ha sorpreso la temperatura 5 °C (se viaggiate nei tropici e ne adattate tutta la fornitura, allora credeteci che questa temperatura vi inganna), abbiamo consentito all´unisono alla visita dell'Arenal, un vulcano attivo.

Arenal è più basso, con un'altezza 1600 m, ma molto imponente. Nel tempo del nostro soggiorno è stato purtroppo sempre nascosto dalle nuvole, quindi non abbiamo potuto gustarci lava fumante uscire dalla bocca, però il rombo sordo del vulcano, facendo vibrare la terra sotto i nostri piedi, ci ha dato comunque un'idea di cosa postesse accadere là dentro. Abbiamo poi anche visto sassi grossi come camioncini, sputati dal cratere, rotolare poi sul pendio, e ciò ha fugato i nostri dubbi sulla potenza dell'Arenal. Circa sei mesi dopo la nostra visita è esploso e la lava si e fermata solo poco davanti alla cittadina omonima. I campi di lava, quelli su cui abbiamo camminato e fatto fotografie, hanno ottenuto il loro nuovo abito e il processo può ricominciare da capo.

 

Costarica è nota per la produzione di un ottimo caffè. I Costaricani affermano, ed è comprensibile, che il loro caffè è il migliore di tutto il mondo. Sono quasi portato a crederci infatti, anche se io non bevo caffè che in genere non mi dice niente, quello li mi è veramente piaciuto. Le piantagioni di caffè si vedono soprattutto in alta montagna, dove non fa tanto caldo, c´è sempre un po´ di vento e anche l´umidità dell´aria è più alta. Le piante di caffè sono spesso su declivi molto ripidi, che a scalarli è oltre modo difficile. Non voglio neanche immaginare la raccolta ed il trasporto dei grani di caffè da questi luoghi.

Ci sono piaciuti particolarmente i campi di ananas. Per i Costaricani, un ananas sotto il peso di 2 kg è da scartare, per nulla interessante (come da noi le patate sotto 3 cm), e quindi il nostro pulmino noleggiato, e in particolare i suoi ammortizzatori, hanno risentito parecchio del passaggio nei pressi del campo e del raccolto effettuato. L’ananas va assaggiato direttamente dal campo, non ci sono parole per spiegarne la sensazione. Questo vale ugualmente per il mango, la papaya, il melone e ovviamente per la banana. Le banane, come le conosciamo noi (bananas), sono senz´altro ottime e non paragonabili a quelle che importiamo noi, però strano a dirsi, per un paese che produce banane queste non sono per niente comuni. Da´altra parte, un altro tipo di banana i „platanos“ si trovano dappertutto. Si usano al posto delle nostre patate, anche il sapore le ricorda. Mi sono piaciute molto le patatine di banane che si trovano veramente ovunque e costano pochissimo. Ci sono patatine di tutti i gusti, compresi gusti assolutamente impensatbili - per esempio al pepe, peperoncino oppure al limone.

Dopo esser tornato dall´area di Arenal, dove il tempo era relativamente freddo (circa 20 °C), ci siamo messi ansiosamente a cacciare nel primo fiumicello che abbiamo incontrato. E’ stato Rio Lagarto (30,3 °C acqua, 38,6 °C aria, 210 μS, pH 8,6) vicino a Trasamericana ed era pieno di vita.

Con gli indigeni (veramente erano indigene) che facevano il bagno c´erano nuvole di ovovivipari del gruppo di Poecilia sphenops, ciclidi Archocentrus nigrofasciatus e anche la Poeciliopsis fasciatus, rara e attesa ansiosamente da molto tempo. Dovrei spiegare perché ho usato il termine “il gruppo di Poecilia sphenops”. Dopo aver fatto tante ricerche, direi che nessuno ne sa più di tanto su questi pesci e salvo alcune specie (per esempio butleri, gillii, mexicana, catemaconis...), tutte le altre sono classificate come ”confer” (comparabile - somigliante). Volendo fare una prognosi sulla sistematica di questa specie, direi che la specie sphenops finirà col diventare un klepton. Non sarebbe raro tra gli ovovivipari - raggiungere il klepton locale come per Poeciliopsis sp. (che è probabimente talmente eccessivo, che non è ancora stato descritto, sebbene sia conosciuta dagli anni cinquanta del secolo precedente) e la notissima specie gynogenetica Poecilia kl. formosa brasiliana.

Permettetemi di divagare di nuovo dall´argomento. Poichè il nostro soggiorno in Costarica era di circa cinque settimane, non era possibile trasportare i pesci catturati con noi così abbiamo sperato che fortuna ci portasse poco prima della partenza verso località interessanti. Comunque abbiamo fatto delle prove con varie specie per sapere come sopportavano il trasporto e quali condizioni dovevamo ricreare per ottenere il trasporto più fruttuoso. Abbiamo trovato una cosa interessante: in acqua di rubinetto il 100% dei pesci moriva in 2-3 ore, invece in acqua presa in natura, anche se in località diverse, non c’erano problemi. Da questo ne abbiamo dedotto che l´acqua di rubinetto in Costarica è pesantemente trattata con sostanze chimiche tanto che i pesci non vi possono sopravvivere. A questo punto potevamo tranquillamente bere l´acqua di rubinetto senza perdere tempo a disinfettarla.

La fine del nostro viaggio è stato dedicato al piede occidentale della Cordillera Centrale. Il parco nazionale Palo Verde vicino alla cittadina Bagaces ci ha dato la possibilità di una raccolta acquariofila che un centro-europeo non si sarebbe mai nenache sognato. Nei mesi secchi dell’anno, la laguna Palo Verde è profonda soltanto qualche centimetro, il livello dell’acqua diminuisce rapidamente e l’acqua, un pò torbida e calda, rappresenta una zona ideale per cacciare. Oltre all’onnipresente Astyanax bimaculatus era possibile cacciare branchi di Poecilia gillii, Brachyrhaphis rhabdophora e altre specie di pesci. Sorprendente era l’alta concentrazione di iguane Iguana iguana, Ctenosaura similis e ameive Ameiva festiva.

 

 

Bagaces è una tipica cittadina sonnolente, che con il suo ritmo di vita non è ancora entrata nel XX° secolo. Li uno rallenta la sua attività, i pensieri e magari pure il metabolismo. Sembra un idillio, ma non ci si può vivere per molto tempo. Però so bene che nel futuro mi ricorderò questa cittadina ogni volta che guarderò il branco di Brachyrhaphis rhabdophora, catturato nel piccolo fiume omonimo (Rio Bagaces).

In questo fiumiciattolo caldo (34°C) ho potuto osservare alcune coppie di Archocentrus nigrofasciatus, con i loro avanotti. I maschi sorvegliavano una parte del fondo relativamente estesa (del diametro di circa 1 metro), dove al centro c´erano le femmine con gli avanotti. Gli avanotti erano ancora incapaci di nuotare bene, ed appena muovevo l’acqua loro scendevano subito sul fondo, dove si fermavano e solo dopo 5-10 minuti ricominciavano a muoversi, si sollevavano dal fondo e quindi si rendevano visibili. Sotto il sole cocente (oltre 40°C all’ombra), infastidito sopra dalle zanzare e sotto da certe piccole formiche, mi godevo l´osservazione della vita familiare di questi rinomati ciclidi. In natura, il loro comportamento è molto più affascinante.

Il Costarica è veramente ricco. Non soltanto economicamente, ma soprattutto per la natura e la gente. Cioè, per loro non siamo „gringos“, ma „amigos“ veri, la nostra visita sembra essere un piacere sincero per loro. Accadeva spesso che uomini sconosciuti ci gridassero: „Benvenidos a Costarica!“. E noi ci siamo sentiti davvero benvenuti e contenti.

Hasta la vista Costarica, nostros retornar!