Anableps anableps

prima parte

La nostra storia d'amore con gli Anableps risale al Marzo 1981 quando fummo così fortunati da ottenere un gruppo di sei di questi affascinanti biricchini presso il nostro negozio di fiducia.
Erano lunghi circa 3 pollici (8 cm), parlando di lunghezza totale. Questi pesci erano stati, come tutti gli Anableps al giorno d'oggi, catturati in natura e trasportati da qualche parte della zona settendrionale del Sud America o della costa orientale del Centro America fino ad un grossista e poi al negozio.
Si tratta di pesci che non viaggiano molto bene ed erano di colore scuro in misura anormale, ovviamente stressati, ma vivi. Questi vivipari sono detti "pesci quattrocchi" e la prima parte di questo articolo mostrerà il perchè.

Non sapevamo nulla sui nostri Anableps eccetto ciò che avevamo racimolato dalla lettura di un paio di eccellenti articoli di Edward Taylor ma, per fortuna, era abbastanza per iniziare. Avremmo imparato sempre da allora.

Il nome comune, "Quattrocchi", è una leggera esagerazione.
Questi pesci non hanno quattro occhi distinti ma piuttosto due occhi divisi. Tuttavia le funzioni separate delle due divisioni e la bellezza dell'adattamento degli occhi alle necessità dello stile di vita degli Anableps sono notevoli. Tenete a mente, mentre leggete e quando guardate i disegni e le fotografie che gli Anableps sono nuotatori di superficie.
E' vero che possono percorrere notevoli distanze saltando fuori dall'acqua e, se necessario, scendere in basso per un po' di tempo ma preferiscono di gran lunga nuotare in superficie. Questo li rende facilmente individuabili da parte degli uccelli predatori. E' anche probabile che i pesci predatori, a dispetto dei ventri biancastri degli Anableps, li individuino e li insidino da sotto. Per avere migliori possibilità di sopravvivenza gli Anableps devono essere capaci di individuare questi predatori in tempo per mettere in atto una strategia di fuga: i loro occhi così speciali forniscono il mezzo per realizzarla.

Una banda di pigmento divide l'occhio orizzontalmente proprio all'altezza della superficie dell'acqua. Almeno di solito gli Anableps nuotano in modo tale che la superficie dell'acqua coincida con tale banda. Proprio dietro e sopra tale banda vi è un lembo d'iride dorato che serve a proteggere la pupilla superiore dalla luce abbagliante che vi è sulla superficie dell'acqua. La lente dietro questa pupilla superiore è appiattita al fine di fornire un'immagine non distorta di ciò che sta accadendo sopra l'acqua (in aria) alla retina inferiore (guardare il disegno dell'occhio umano per confrontare). Gli Anableps vedono coloro che li hanno in vasca molto bene.

La parte della lente che si trova dietro la pupilla inferiore è arrotondata come in un comune occhio di pesce. Questo fornisce la migliore immagine del paesaggio subacqueo alla retina superiore. Così come accade nell'occhio umano, tutte le immagini sono invertite. Sta al cervello rigirarle ruotandole e capovolgendole.

Come si può evincere, l'Anableps è capace di tener conto di ciè che c'è sopra e di ciò che c'è sotto praticamente nello stesso istante. E' probabile che loro possano occuparsi di una sola immagine alla volta ma lascio con piacere a qualche scienziato il compito di determinare quanto velocemente possono passare da una visione all'altra. Tra l'altro, questi occhi non sono così delicati come sembrano: sono ben protetti da una resistente cavità ossea.

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Autori: Tom e Pat Bridges
Prima pubblicazione: The Scat (notiziario della St. Catharines Aquarium Society)-Ottobre 1999
Traduzione: Carmelo Fruciano